Kazuo Ishiguro, il premio Nobel per la Letteratura 2017, è un appassionato di cinema. Oltre al grande cinema americano ed europeo, è appassionato anche di quello classico giapponese. Due film fortunati sono stati tratti dalle due opere: Quel che resta del giorno e Non lasciarmi, ma il rapporto con la scrittura per lo schermo risale a diversi anni prima. Nei primi anni ’80 ad esempio aveva scritto due film particolari per Channel Four: il mockumentary A Profile of Arthur J. Mason e The Gourmet, variazione su temi gotici visto all’epoca come satira anti-Tatcher. Alla fine del decennio ha scritto una sceneggiatura che si è concretizzata tempo dopo: La canzone più triste del mondo, trasformato in un sofisticato gioiello cinefilo dal regista canadese Guy Maddin. È stato giurato al Festival di Cannes nel 1994: fece parte della giuria che assegnò la Palma d’oro a Quentin Tarantino per Pulp Fiction. Presidente della giuria era Clint Eastwood, a cui ha reso omaggio facendolo apparire ne Gli inconsolabili. (agg. di Silvana Palazzo)



CHI È IL PREMIO NOBEL PER LA LETTERATURA 2017

E’ l’inglese Kazuo Ishiguro il vincitore del Premio Nobel 2017 per la Letteratura. “Nei suoi romanzi di grande forza emotiva ha scoperto l’abisso sotto il nostro illusorio senso di connessione con il mondo”, così recita la lettera di motivazione che ha accompagnato la proclamazione del vincitore. Ishiguro, nato a Nagasaki il 8 novembre 1954, è un famoso scrittore inglese di chiare origini giapponesi ed ha dato un apporto fondamentale alla letteratura britannica più recente, insieme ai colleghi Rushdie e Kureishi seppur in modo diverso. Sara Denius, segretaria permanente dell’Accademia, ha detto di Ishiguro che la sua scrittura “è un mix Jane Austen con Kafka e ci aggiungere un po’ di Proust“. Accostamenti di un certo rilievo per uno scrittore che negli anni passati ha ottenuti altri importanti riconoscimenti: basti pensare al Booker Prize del 1989 per The Remains of the Day, alla nomina nel Chevalier de l’Ordre des Arts et des Lettres nel 1998 o ancora al Premio letterario Giuseppe Tomasi di Lampedusa per Notturni nel 2009.



NON LASCIARMI

Nato in Giappone, Ishiguro si è trasferito con la famiglia in Inghilterra nel 1960, dove ha studiato ed iniziato a lavoroare come sceneggiatore televisivo. Le sue opere sono scritte tutte in inglese, ma non mancano i riferimenti alle sue radici nipponiche, basti pensare a Un pallido orizzonte di colline del 1982 e ad Un artista del mondo effimero del 1986. Una delle opere più conosciute dello scrittore di Nagasaki è senza ombra di dubbio Non lasciarmi, scritto nel 2005 e che ha ispirato il film Never let me go del 2010, regia di Mark Romanek con protagonisti Carey Mulligan, Andrew Garfield e Keira Knightley. “Se ci pensate bene, dipendere l’uno dall’altra per produrre ciò che poi sarebbe andato a far parte del proprio personale tesoro, era destinato a influire sui rapporti personali”, uno degli aforismi più noti dell’opera distopica premiata sempre nel 2005 con il Premio Alex ed inserito dal noto Time nella lista dei 100 maggiori romanzi in lingua inglese dalla fondazione della rivista nel 1923.



IL CAMBIO DI ROTTA

A distanza di sei anni da Notturni. Cinque storie di musica e crepuscolo (Nocturnes. Five Stories of Music and Nightfall), Kazuo Ishiguro ha pubblicato nel 2015 il suo settimo romanzo, Il Gigante sepolto. Un cambio di rotta improvviso per lo scrittore inglese, che ha spiazzato i suoi lettori più fedeli e che ha deciso di misurarsi con una storia mitologica che mescola storia e fantasy, ambientata nella Britannia del quinto secolo. Una commistione di mistero e di curiosità, nonostante parte della critica non abbia premiato il tentativo di Ishiguro, con delle recensioni che accusano la pesantezza del corpo della narrazione e i lunghi monologhi di flashback. Nonostante ciò, il valore dello scrittore inglese non è messo in discussione, con Ishiguro legato anche in qualche modo all’Italia e alla Sicilia dopo la consegna del premio Tomasi nel 2009, come da lui stesso rivelato ai tempi a La Repubblica: “Ho visitato l’Isola per la prima volta cinque anni fa, quando ho trascorso alcuni giorni molto piacevoli a Taormina con la mia famiglia. Sono stato colpito dalla fantastica bellezza del paesaggio naturale, non solo di quello che circonda Taormina, ma soprattutto quello delle aree circostanti. Infatti, non siamo stati fermi in città, ma con la macchina abbiamo girato parecchio. Dinnanzi ai miei occhi si è materializzato un affascinante mix di influenze europee e nordafricane, anche se va detto che la Sicilia è una terra unica, autentica, con una sua propria identità”.