Una scrittura libera e per la libertà. Questo mi viene spontaneamente da pensare dopo aver letto il nuovo romanzo di Massimiliano Bruno “Non fate come Me”. Un’alternarsi di vita, emozione, gioia pura e quel dolore a volte così prepotente da celarsi spesso dietro ad immense risate, forse mai completamente pure, forse sempre da utilizzare come una maschera per salvare l’allegria, con la speranza che questa salvi noi stessi. La rinascita è sicuramente il tema fondamentale del romanzo, raccontata in modo sublime tra le righe.
Ci sbatte in faccia un’unica realtà: non cambieremo se non siamo noi stessi a decidere di farlo. A volte, perché questo avvenga, abbiamo bisogno di un impatto talmente forte da farci perdere quasi i sensi e la coscienza. Ruben rifiuta la sua stessa vita, danneggiandola giorno per giorno, danneggiando il suo rapporto con Francesca, fino allo scoppio della bomba atomica interiore, lei se ne va e pochi istanti dopo una dolce ragazza muore davanti ai suoi occhi. Non è stata la morte di quella ragazza a salvarlo, ma la morte di quella ragazza forse gli ha fatto capire che la nostra vita è una continua salita, ma solo con il coraggio e il talento che ogni giorno utilizziamo per viverla la può rendere speciale. Il romanzo di Massimiliano Bruno è nostro, Ruben siamo tutti noi che ogni giorno fuggiamo da verità scomode, che non affrontiamo mai la morte fino a che non ci colpisce da vicino. Siamo tutti noi figli dello stesso mondo in scarpe diverse, noi che preferiamo viaggiare di mediocrità e paura piuttosto che guardarci allo specchio e restare delusi dal nostro corpo, dalla nostra anima. “Non fate come me” lo ha scritto lui, ma ha colpito tutti noi rendendoci inconsci protagonisti di questo capolavoro. Il rapporto tra Ruben e la nipote? Solo poesia, quella che va oltre ogni concretezza, va anche oltre l’anima. Bravo Massimiliano Bruno.