A un giorno dalla chiusura la mostra “I WISH, Giovani e Desiderio”, prevista per il 30 novembre, invita sempre più studenti a fermarsi curiosi davanti alle opere esposte nei diversi angoli della Cattolica. “Ci sono anch’io” si potrebbe dire con una delle canzoni di Max Pezzali, che insieme a Gaber, Guccini e ai versi di Dante, Petrarca, Leopardi e Baudelaire hanno ispirato il percorso alla base della mostra. 



Organizzata dal centro pastorale dell’Università Cattolica e dalle docenti Elena Di Raddo e Cecilia De Carli, con la collaborazione straordinaria di undici studenti dei corsi di laurea di beni culturali, lettere e storia dell’arte: Davide Amata, Beatrice Bartolini, Chiara Colmegna, Elena De Panfilis, Beatrice Formis, Alessandra Milani, Elisabetta Narducci, Andrea Padova, Angela Perletti, Alessandro Tonini, Carla Tozzi. 



L’adesione di nove artisti è stata decisiva per il percorso espositivo, il gruppo è formato da Sofia Bersanelli, Andrea Bruschi, Elena Canavese, Manuele Cerutti, Lorenzo Kamerlengo, Manu Invisible, Marco La Rosa, Elisa Leonini e Nicola Villa. La mostra di arte e spiritualità quest’anno è stata dedicata ai giovani anche in occasione del Sinodo dei vescovi, certamente in un momento di difficoltà realizzative e occupazionali per i giovani. 

Rimettere al centro il desiderio significa ripartire dal motore delle nostre scelte, come scriveva Leopardi nello Zibaldone: “Non è spento nei giovani l’ardore che li porta a procacciarsi una vita, e a sdegnare la nullità e la monotonia”. Tanti sono i docenti che hanno apprezzato la scelta del tema sul desiderio, espresso in forme diverse dalle opere degli artisti, segnalate bene da alcuni totem con la trascrizione del commento critico degli studenti. In Durata di una bellezza di Sofia Bersanelli, tre fotografie di un marciapiede di Milano diventano improvvisamente la visione di un cielo stellato, puntellato dalla presenza di galassie che risvegliano il trasporto interiore per la bellezza. Nella serie di fotografie di Elena Canavese la concretezza di semplici oggetti presenti nello studio dell’artista dà forma a paesaggi naturali: la cima di una montagna, il cielo, una foresta. Proseguendo nel percorso le tele di Nicola Villa, I’m your pastI’m your future, si concentrano sull’esperienza del desiderio attraverso la figura classica di Giasone. Tutte le opere presenti in mostra invitano a mettersi in gioco, cogliendo nel quotidiano la possibilità di vivere desiderando, come cantano gli 883: “Non è stata una follia quella stella la vedi anche tu”; o come ha scritto Solženicyn nell’Arcipelago Gulag raccontando le vicende di un astronomo detenuto in carcere: si salvò unicamente grazie a meditazioni sull’eterno e l’infinito, sul suo Spirito supremo, sulle stelle.



(Davide Amata)