ONLINE IL PATRIMONIO DI GABRIEL GARCIA MARQUEZ

Ci sono voluti quasi due anni di lavoro e l’annuncio arrivato nella giornata di oggi ha lasciato piacevolmente spiazzati i milioni di fan dello scrittore colombiano naturalizzato messicano, scomparso ad aprile 2014: infatti, all’indomani della scomparsa di Gabriel García Márquez, l’Harry Ransom Center, il museo facente parte dell’Università del Texas, aveva annunciato di aver acquisito, per la somma di due milioni di dollari, l’intero lascito letterario del Premio Nobel per la Letteratura 1982, scatenando le vibranti proteste dei puristi. Ma il tweet con cui oggi lo stesso centro culturale statunitense ha annunciato che gran parte dell’archivio di “Gabo” è stato digitalizzato e sarà consultabile gratuitamente da tutti è rimbalzato nella comunità letteraria e fa già pregustare ai cultori del cosiddetto “realismo magico” di Márquez la scoperta di tesori nascosti e di tante piccole chicche segrete, tra appunti inediti e documenti personali rimasti segreti fino a oggi. A destare clamore non è stato solo l’imponente lavoro svolto dall’Harry Ransom Center quanto anche il fatto che è visualizzabile in online in modo assolutamente gratuito e nonostante le opere dell’autore di “Cent’anni di solitudine” siano ancora coperte da copyright.

L’OPERA DELL’HARRY RANSOM CENTER

Stando a quanto si apprende, quello che è consultabile in rete al momento appare come uno sterminato archivio di oltre 27mila pagine e che consta anche di un ricco comparto di documenti fotografici inediti: l’euforia con cui è stata accolta, specialmente sui social network, la notizia del completamento dell’opera di digitalizzazione degli scritti di Gabriel García Márquez sembra far dimenticare, almeno in parte, le polemiche con cui era stato accolto l’acquisto della sua eredità letteraria da parte del museo texano e che sembrava peraltro entrare in conflitto con quelli che erano gli stessi ideali anti-americani e marcatemente anti-imperialisti che ha sempre caratterizzato il pensiero del romanziere nato ad Aracataca nel 1927. I responsabili del centro hanno comunque tenuto a far sapere che, in questa piccola impresa, il merito è anche degli eredi di García Márquez che hanno acconsentito affinché i documenti fossero resi disponibili a chiunque e non hanno voluto apporre alcune restrizione sulla proprietà intellettuale dello scrittore: “L’archivio online è un servizio che noi rendiamo ai suoi lettori in tutto il mondo” ha affermato orgogliosamente Steve Ennis, il direttore dell’Harry Ransom.

27MILA PAGINE DI INEDITI E PICCOLE “CHICCHE”

Ma cosa si trova nelle 27mila pagine che costituiscono l’ultimo lascito di uno dei giganti della letteratura del secolo scorso? La produzione di Gabriel García Márquez online copre un arco temporale davvero vasto e, tra le varie perle nascoste, ci sono saggi, lettere scritte di suo pugno, testi redatti non solamente in spagnolo ma persino in inglese e italiano e anche, come detto, una collezione di scatti fotografici risalenti anche a cinquant’anni fa; per gli amanti del genere, inoltre, c’è anche un raro documento audio in cui è registrato il discorso con cui lo scrittore messicano accettò formalmente il Premio Nobel. “Mia madre e mio fratello abbiamo sempre voluto che quell’archivio fosse il più possibile pubblico” ha spiegato a tal proposito Rodrigo García, figlio di “Gabito”, aggiungendo che ognuno potrà trovare tra le migliaia di pagine qualcosa di assolutamente straordinario e di inaspettato: infatti, oltre alle 310 foto, ci sono le bozze preliminari di “Ci vediamo ad agosto”, novella purtroppo rimasta incompiuta, ma anche 22 quaderni nei quali Márquez collezionava critiche, recensioni (positive, come pure negative), commenti sulle proprie opere e interviste alla stampa. Infine, c’è spazio anche per il privato del romanziere, con la scansione delle sue pagelle scolastiche, e il report di una vasta aneddotica, dal momento che il diretto interessato ha avuto modo di conoscere alcuni dei protagonisti principali della storia del Novecento. Perché Gabriel García Márquez ha deciso di conservare tutto, raccontando se stesso proprio come amava fare dei suoi personaggi grazie alla fidata macchina da scrivere: che oggi rivive anch’essa grazie all’ausilio del digitale.