, soprannominato l’Omero dei Caraibi, è morto stamani nella sua abitazione sull’Isola di Santa Lucia: il poeta caraibico di lingua inglese è scomparso all’età di 87 anni dopo una lunga malattia. È stato l’editore statunitense Farrar, Straus and Giroux ad annunciare la morte del Premio Nobel per la Letteratura 1992. Considerato il più grande poeta della storia letteraria dei Caraibi, Derek Walcott ha saputo esprimere quel senso di privazione di una propria storia, tipica dei caraibici di ascendenza africana, attingendo sia nella poesia sia nel teatro alla tradizione letteraria inglese, seppur con apporti indigenti e spagnoli. Le tensioni, quel conflitto tra accettazione e risoluzione, hanno caratterizzato la sua poesia multiculturale. Nelle sue opere sono presenti dati biografici legati alla sua terra nativa: la molteplicità di origine etniche ha alimentato i suoi scritti. Nel 2010 aveva vinto il Thomas Stearns Eliot Prize, nel 2012 invece era stato insignito del Premio Montale. Derek Walcott, che dal 1981 fino al pensionamento ha insegnato scrittura creativa alla Brown University di Providence, è stato spesso in Italia: è stato ospite, ad esempio, di festival come la Milanesiana o quello di Letteratura di Mantova. Inoltre, ha tenuto conferenze in università o durante eventi, come in occasione dei festeggiamenti per il centenario di Giuseppe Verdi a Parma nel 2001. Sono molte le opere in versi che l’Omero dei Caraibi ha pubblicato: da “In a Green Night. Poems 1948-1960” a “The Castaway and Other Poems“, passando per “The Gulf” e “Omeros“. 



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