Gli zombie non sono una paura dei tempi moderni, come dimostrano le dozzine di serie televisive ad esempio quella più popolare, Walking Dead, dai tempi dell’omonimo e e famoso film di Romero nei primi anni 70. Il terrore che i morti potessero uscire dalle loro tombe per far del male agli uomini era ben presente in Europa fin dal Medio Evo, e non è dunque un mito importato dall’isola di Haiti e dalle credenze voodoo come sempre sostenuto. Una recente scoperta archeologica nei pressi di un villaggio abbandonato da secoli, Wharram Percy, in Inghilterra, dimostra invece come si temesse che, per opera del diavolo, le persone potessero resuscitare per aggredire i viventi: zombie, dunque. Per poter prevenire questa eventualità gli abitanti del villaggio ricorsero a uno stratagemma scioccante, ma ritenuto indispensabile. I corpi di coloro che sarebbero stati sotterrati venivano letteralmente fatti a pezzi, bruciati e le teste decapitate. Resti umani con braccia, gambe spezzate e teste staccate sono infatti stati ritrovati dagli archeologi, almeno dieci corpi. Ossa tagliate, segni di colpi di coltello e ossa bruciate sono state riportate alla luce in un pozzo. E’ il primo ritrovamento del genere in Inghilterra, per cui ogni ipotesi è ovviamente possibile, ad esempio una sorta di punizione per alcune persone in particolare, ma secondo gli studiosi si tratta proprio di un metodo per impedire ai cadaveri di tornare in vita. In altri paesi europei, dove invece la paura era quella dei vampiri, sono stati ritrovati resti umani inchiodati all’interno delle loro casse da morto.