Uomini non si nasce, ma si diventa: un concetto semplice quello espresso dal filosofo Silvano Petrosino, che però nasconde il senso più profondo del viaggio. «L’uomo viene alla vita senza deciderlo, ma non diventa uomo senza deciderlo», ha dichiarato nel confronto avvenuto nel centro storico di Vicenza. L’essere umano nasce, ma dunque non è scontato che crescendo diventi uomo: molte persone non diventano mai uomini, ma «restano bambini, con problemi di aggressività, superficialità, insoddisfazione». Per diventare uomini bisogna seguire un percorso «fatto di libertà, di responsabilità, quindi di scelte e anche di fallimenti». Per il filosofo dietro la crescita c’è un viaggio, metafora che si ritrova in tutta la storia dell’umanità, oltre che nelle tradizioni religiose e filosofiche. Il viaggio è, infatti, un cammino che ci rende diversi rispetto a come eravamo all’inizio del percorso.
«L’uomo cambia soprattutto a partire da una grande ferita e non è sempre detto che si tratti di un cambiamento positivo», ha spiegato Silvano Petrosino, che ha preso parte all’appuntamento con don Roberto Tommasi. Non ci sono garanzie che avvenga il cambiamento, così come non è necessario spostarsi fisicamente per viaggiare. «Puoi viaggiare stando dove stai. Per alcuni è sufficiente viaggiare con il pensiero e con il cuore, c’è chi invece ha proprio bisogno del viaggio del corpo, dell’andare, del toccare», ha dichiarato il filosofo, come riportato da Famiglia Cristiana. Nel viaggio, qualunque esso sia, c’è la ricerca dell’uomo. Nel caso dei migranti c’è quella della salvezza, di un cambiamento. «Non è sempre detto che il fuggire dei profughi si trasformi in un viaggio, che porti ad un cambiamento del loro modo di essere e di guardare. L’ospitalità è qualcosa a cui siamo tenuti tutti, anche loro. Non solo noi dobbiamo ospitarli, ma anche loro ci devono ospitare».
Quanti di voi si sono chiesti ad un certo punto della loro vita se ne è valsa la pena? L’esempio di Gesù in croce in tal senso è esplicito per il filosofo: «Avrebbe avuto tutte le ragioni per maledire il padre. Era innocente e buono e ha fatto tutto quello che il padre gli ha chiesto. Ma accetta la volontà del padre fino in fondo. A quel punto il viaggio è giunto a compimento, si compie con la pienezza dell’umanità. Ed è per questo che Gesù preferiva definirsi figlio dell’uomo», ha concluso il filosofo Silvano Petrosino.