È passato un anno dalla sua uscita, ma “La mediocrazia” è un longseller internazionale. Il successo del filosofo canadese Alain Deneault sta nell’aver spiegato perché il mondo è dei mediocri. Questo saggio racconta una rivoluzione – o forse sarebbe meglio chiamarla involuzione? – culturale. I mediocri hanno preso il potere e ci sono riusciti senza faticare. Non ci sono moralismi nell’analisi di Deneault, perché la sua opera vuole trattare un malessere sociale che molti condividono. «Lo scopo era indicare la pressione sociale molto forte che incoraggia a restare persone “qualunque”», ha spiegato a margine del Wired Fest di Milano ai microfoni de La Stampa.



Non mancano, però, le critiche al mondo accademico, al quale peraltro Alain Deneault appartiene. «Gli ambienti universitari formano sempre meno una élite capace di gettare luce sulla strada giusta da seguire per l’uomo comune». Questa è, dunque, una delle cause che ha portato all’ascesa della mediocrazia, un’era nella quale non si discute più di pensieri, ma si preferisce ricevere notizie confortanti. La mediocrazia è consolatoria? Forse, perché questo assunto potrebbe spiegare certi successi (o insuccessi), ma in realtà è un fenomeno che fa soffrire. E quindi da temere: «Chiede a ingegneri di progettare oggetti che si rompano in maniera deliberata perché vengano sostituiti, chiede ai medici di diagnosticare malattie che potrebbero diventare davvero pericolose a 130 anni. Senza parlare della manipolazione dei consumatori da parte del marketing».



La mediocrazia allora potrebbe essere anticamera di dittature edulcorate, visto che tende a dissolvere l’autorità nelle persone «facendo in modo che la interiorizzino e si comportino come fosse una volontà loro». Un meccanismo perverso che rende le persone manipolabili. E i social network rappresentano lo strumento ideale. Ma non è un fenomeno irreversibile: il pensiero critico è la soluzione secondo Alain Deneault, perché smaschera l’ideologia. Un atteggiamento critico analitico può allontanare le nozioni che qualcuno prova a trasmetterci, «per esempio l’inevitabilità della vendita di armi o di una nuova autostrada». La mediocrazia è allora scoraggiante per quanti posseggono un pensiero critico, ma proprio in questi casi serve coraggio. Il mondo è dei mediocri? Non per molto, ma a patto di voler fermare questo declino.

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