CITTÀ DEL RINASCIMENTO
L’Italia è uno dei paesi più belli e affascinanti del mondo, con una ricchissima storia. Non a caso il territorio nazionale pullula di luoghi che sono annoverati nel Patrimonio mondiale dell’umanità Unesco. Non tutti forse sanno che anche il centro storico di Ferrara, con il delta del Po, sono nell’elenco. Il progetto “Sei in un Paese meraviglioso” di Autostrade per l’Italia però ce lo ricorda. Ferrara è la “Città del Rinascimento” e si è sviluppata attraverso un complesso piano di urbanizzazione e una serie di schemi di pianificazione urbana. Tra questi, quello più conosciuto è l’Addizione Erculea, progettato da Biagio Rossetti alla fine del XV secolo, di fatto uno dei primi piani di urbanizzazione basato sul concetto di prospettiva. Come ricorda Adnkronos, se è vero che il delta della valle del Po è stato abitato per migliaia di anni, è stato dal XIV al XVI secolo che la famiglia d’Este ha deciso di dar vita a progetti di bonifica e di edilizia che hanno fatto la storia.
FERRARA NEL PATRIMONIO UNESCO
Mediante questi progetti, infatti, il territorio è cambiato molto nel Rinascimento, con bonifica di ampie aree paludose, l’istituzione di castalderie, veri e propri poderi, la costruzione di canali e strade, nonché di una rete di residenze nobiliari note come le “Delizie estensi”, che rappresentavano una sorta di collegamento tra la capitale del Ducato e la foce del Po. Proprio per questa ragione, dopo che nel 1995 l’Unesco aveva inserito nel Patrimonio mondiale dell’umanità il centro storico di Ferrara, nel 1999 ha deciso di aggiungervi anche le Delizie estensi e il Delta del Po. Al centro storico è stato riconosciuto l’eccezionale esempio di pianificazione urbanistica rinascimentale, mentre il Delta del Po è stato definito uno straordinario paesaggio culturale pianificato che conserva in gran parte il suo impianto originale. “Gli sviluppi urbanistici realizzati nella Ferrara rinascimentale ebbero una profonda influenza sulla progettazione urbanistica e sui processi di conservazione programmati nel corso dei secoli successivi”, si legge ancora nei criteri di iscrizione nel Patrimonio Unesco.