“Se ogni bambino che si veste da strega o da vampiro diventasse un satanista a causa della festa di Halloween, il mondo sarebbe pieno di satanisti” dice il professor Massimo Introvigne, sociologo delle religioni. E’ vero invece che, sebbene anche tanti esponenti della Chiesa dicano il contrario, Halloween è una festa cristiana, importata dai migranti irlandesi in America che, già nel nome stesso (“Vigilia di Ognissanti”) ricorda le sue origini cristiane. In Italia sin dal Medioevo, ancor prima dell’anno mille poi, esattamente nell’840, papa Gregorio VI istituì ufficialmente la festa degli Ognissanti il 1° novembre. E come ogni celebrazione cristiana, anche se pensata per i morti, diventò subito festa (basti pensare ai dolci speciali per il giorno dei morti, ad esempio le “ossa dei morti”) anche se celebrata nella notte fra l’1 e il 2 novembre. Poi è arrivata la commercializzazione e la globalizzazione di massa imposta dagli americani, che ha fatto perdere il vero significato, e, aggiunge il professor Introvigne, “invece di proibire questa innocua festa, bisognerebbe ricordare a bambini e adulti il suo significato originario”.



Professore, si dibatte ancora oggi se Halloween sia o non sia una festa cristiana, quale la sua opinione?

Halloween nasce certamente come festa cristiana, per ricordare i santi e il culto dei morti, importata dai cristiani irlandesi in America. Oggi ha assunto un significato puramente commerciale, tanto vero che io stesso ho visto con grande stupore Halloween celebrato addirittura in paesi socialisti dell’estremo oriente come il Vietnam.



Dunque più che di satanismo si tratta di globalizzazione?

Si sono globalizzate culture che hanno già le loro feste dei morti ma che sono diverse e si tengono in altre date. Il calendario americano è arrivato perfino in Estremo oriente. Dispiace che il bambino giapponese si vesta da strega europea che con la tradizione del Giappone non c’entra niente.

Sulle accuse di festa che celebra e ispira il satanismo, invece?

Non capisco l’allarmismo sul fatto che chiunque si metta un costume di Halloween rischi di diventare satanista. Mi pare francamente eccessivo. Fortunatamente i satanisti veri  sono pochi.



La Chiesa come dovrebbe reagire?

In America molte parrocchie festeggiano tranquillamente Halloween, è diventato un fatto culturale al di là delle simbologie. Certamente sottrarre i popoli alle loro tradizioni per imporre le tradizioni delle potenze economiche egemoni è un fatto negativo, ma da qui dire che ogni bambino che partecipa a una festa di Halloween è un futuro satanista, è una sciocchezza.

E’ un grosso business commerciale, un po’ come Disneyland.

La globalizzazione non è organizzata da un Soros che ordina di fare Halloween, la globalizzazione è un fenomeno culturale inarrestabile e non credo si possa eliminare per decreto. Visto che tutti vogliono fare la festa di Halloween per effetto della globalizzazione, essa andrebbe piuttosto evangelizzata spiegandone le radici europee, ben note agli irlandesi cattolici. Riappropriandosene senza togliere il folclore ma tornando alle radici, Ognissanti e la festa dei morti. Non riusciamo a togliere Babbo Natale dall’immaginario natalizio, lo sforzo non è uccidere Babbo Natale ma dire ricordiamoci che il Natale celebra la nascita di Gesù.

Dunque impegnarsi evangelicamente anche per Halloween, togliendo così gli aspetti più estremisti?

Su questa festa si è sviluppata un’enorme sovrastruttura anche per ragioni commerciali. Prima di questo ricordiamoci che essa è nata perché gli irlandesi ricordavano i morti e tutti i santi, il nome stesso lo dice.

(Paolo Vites)