Due uomini in barca, anzi in gommone, sospesi sul misterioso abisso del Mare del Nord, al largo delle isole Lofoten, a caccia dell’enorme squalo della Groenlandia. Questa amicizia salata, tutta al maschile, fatta di solenni silenzi rotti da poche frasi per lo più cariche di ironia, fa da cornice a questo dotto e bellissimo libro che ha come oggetto il grande Mare del Nord. Un elemento vivo profondamente misterioso, un gigante con una voce che esiste anche se in pochi la sentono, con un colore indefinito che gli studiosi rincorrono, ma soprattutto con abissi talmente inesplorati da poter azzardare che l’uomo conosca meglio il cosmo piuttosto che il fondo degli oceani.



Edito da Iperborea, il volume si contraddistingue, come sempre, per la bella veste realizzata con carta pregiata, questa volta tutta giocata sui toni dell’azzurro glaciale. Il racconto è condotto in prima persona da Morten A. Stroksnes, scrittore e giornalista norvegese che con questo libro (Il libro del mare, Iperborea 2017) si è aggiudicato in patria il Premio della Critica e il Premio Brage.



L’autore alterna momenti in cui si diverte a raccontare con acuto umorismo le avventure con il suo socio ad altri dove con sapienza e generosità riporta ciò che ha approfondito e scoperto sul Mare del Nord. Propone una carrellata di mostri marini leggendari come gli “uomini foca” delle Orcadi o il Draug norvegese, premonitore di morte e si sofferma su credenze tramandate per secoli come gli sgombri mangia-annegati o notizie curiose come la sbornia da squalo. Ma soprattutto condivide i suoi studi e le sue letture, stimolando la curiosità del lettore con incontri straordinari come quello con Olaus Magnus, un vescovo cattolico svedese che nel 1555 pubblica la Carta Marina arricchita di vivacissimi disegni che raffigurano ogni tipo di orribile mostro marino, o Pitea di Massalia, astronomo e geografo greco del IV secolo, con la sua mitica Thule.



Tutto questo però è funzionale all’esaltazione del Mare in sé, questa enorme distesa di acqua salata che da sempre è fonte di vita, universo di bellezza e misteri. E così quando si finisce la lettura e si chiude il libro il mare “ritira la lingua, si lecca le labbra e chiude la bocca e sugli scogli non resta che qualche effimera chiazza di schiuma bianca”, il nostro stupore e la nostra meraviglia.