Parte da un giovane scrittore, esperto di comunicazione e di adolescenza, una concreta risposta alla crisi insofferente di appartenenza e di identità che colpisce oggi soprattutto i giovani.
Due chiacchiere con Gesù. Il Vangelo raccontato a un adolescente (Lindau, 2018) è un successo che si può spiegare con la volontà dell’autore — Alessandro Cristofari, poco più di trent’anni, comunicatore ed educatore romano — non di dettare leggi inappellabili sul tema della relazione tra l’uomo, in particolare il giovane, e Gesù, il grande sconosciuto dei nostri tempi, ricercato ma con disordine dalla maggior parte degli adolescenti e post adolescenti; ma di mostrare l’esito di una caccia continua, in fieri, alla felicità interiore e quindi di rapporto col mondo circostante.
E’ un cambiamento di paradigma che si pone nel solco di una concezione dinamica della fede cristiana. Dice l’autore infatti che nel nostro tempo non basta più ricevere la fede per tradizione, ma è necessario sviluppare un dinamismo interiore che (s)muova le convinzioni ricevute dal proprio ambiente e che sappia, per restare al passo coi tempi, mutuare le dinamiche del presente nel contesto ampio e universale (cattolico) della religiosità. Un messaggio che Cristofari raccoglie da Papa Francesco, che recentemente con l’Esortazione Gaudete et Exultate ha ribadito e testimoniato l’enorme portata della globale chiamata alla santificazione delle realtà ordinarie. Un concetto che potrebbe apparire arido se innestato nel secolarizzato mondo attuale, ma che trova una enorme risposta positiva quando risponde alla già citata e disperata ricerca della felicità. “Posso essere felice, oggi, nel tempo della tristezza individualista, nell’epoca dei network che soppiantano i gruppi e le relazioni interpersonali?“. E’ questo il quesito alla base di un volume che più che ammaestrare vuole dare testimonianza affinché affiorino altrettante testimonianze.
Cosa porta il lettore ad entrare nel testo con la sua personalità e con la sua interiorità? Probabilmente, lo stile narrativo appassionato, frutto di una informalità dettata dallo stile di scrittura dell’autore, fatto di lunghe descrizioni e di confessioni semplici sulle dinamiche che costellano la vita interiore dell’uomo che decide di aprirsi al dialogo con Dio e col mondo. Non può restare indifferente a Due chiacchiere con Gesù chi affronta la quotidianità con riflessività, non da distratto, ma da protagonista. Un nuovo modo, però, di essere protagonisti, è alla base della proposta editoriale che Cristofari pone ai suoi lettori: crescere lui stesso con il fluire delle pagine e farlo crescere, per un saggio “di formazione” che strizza l’occhio ai credenti disillusi ma desiderosi di un nuovo modo di entrare in relazione con Colui che continua a suscitare costantemente, e per nulla meno rispetto al passato, una insopprimibile attrazione nei cuori degli uomini. Il giovane oggi alle lezioni preferisce — ma non lo sa, perché chiuso nell’Io delle sue “passini tristi” — le conversazioni. Alle cattedre preferisce un prato su cui sedersi e sentirsi libero dal peso di una morale distante che non lo comprende. Cristofari non ribalta morale, insegnamento e tradizione, ma avvicina il punto di incontro tra la libertà e la responsabilità, concetti inafferrabili se teorici, ma compresi se confessati, vissuti, agiti.