Quattro università italiane nelle prime duecento posizioni della classifica sulle più meritevoli al mondo. Può sembrare poca cosa considerando il dominio delle scuole americane e inglesi, ma è un risultato comunque importante. Va registrata però la crescita delle università asiatiche, con la National University of Singapore undicesima e la Nanyang Technological University dodicesima. Segnaliamo anche l’exploit della Tsinghua (diciassettesima), prima cinese ammessa nella top 20 mondiale. Quindi nella top 30 del QS World University Ranking ci sono dieci atenei asiatici e tre del Vecchio Continente. Questo è il segno che le strutture scolastiche asiatiche sono sempre più competitive. Ma c’è comunque la scalata italiana, costante ed evidente. Per il quarto anno consecutivo il Politecnico di Milano si conferma primo ateneo italiano: ha guadagnato 14 posizioni, quindi è 156esimo. (agg. di Silvana Palazzo)



BALZO IN AVANTI PER IL POLITECNICO DI MILANO

Prosegue incontrastata l’ascesa delle università italiane nel mondo grazie all’evidente crescita qualitativa emersa in seguito alla nuova classifica stilata da QS World University Ranking e che raduna tutti gli atenei a livello mondiale. Trenta, in tutto, le università italiane prese in esame, tutte con risultati più che incoraggianti tenendo conto che tra le Top 200 il nostro Paese riesce a raggiungere il Belgio al settimo posto, alle spalle di Regno Unito, Germania, Olanda, Svizzera, Francia e Svezia. Il risultato sembra essere molto apprezzato dagli Atenei citati, se si considera l’ampio lavoro fatto per migliorare la reputazione ed adeguare la propria offerta formativa alle esigenze di studenti ed aziende. In vetta alla classifica, tra le italiane, troviamo il Politecnico di Milano, il polo universitario d’eccellenza lombardo che quest’anno è riuscito addirittura a scalare 14 posizioni, 73 in più rispetto al 2013 e addirittura 130 rispetto a dieci anni fa. I sistemi anglosassoni restano irraggiungibili ma gli sforzi compiuti dal Politecnico di Milano sono stati ampiamente ripagati grazie alle ottime valutazioni dei singoli corsi di studio. Seconda sul podio tutto italiano troviamo l’università di Pisa, presente in classifica solo da due anni, mentre chiude il podio la Normale con un miglioramento di ben 17 postazioni. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



LE 30 UNIVERSITÀ AL CENTRO DEL SONDAGGIO

Il QS World University Ranking ha stilato una lista dove sono state le università più meritevoli al mondo. Tra queste ce ne sono addirittura trenta appartenenti al nostro paese come racconta Il Giornale nella sua edizione online. Tra queste ventuno sono salite in classifica, mentre nove sono scese, ma questo deve essere per noi comunque argomento di vanto a livello culturale anche perché si tratta della classifica tra le più importanti insieme all’Academic Ranking of Wolrd Universities. Tra le Università più in vista c’è il Politecnico di Milano che è sicuramente quella in grado di realizzare uno tra i miglior salto in avanti, scalando addirittura quattordici posizioni in classifica e arrivando così al posto numero 156 in assoluto. La città che però ha superato ogni tipo di record è Pisa che nonostante non sia tra le più grandi d’Italia ha messo nella classifica due delle sue prestigiose università e cioè il Sant’Anna e la Normale che sono rispettivamente 167ma e 175ma.



NOSTRO PAESE TRA I PIÙ MERITEVOLI

L’Università italiana che ha fatto il salto più grande in graduatoria invece è l’Università di Padova che con un salto di 47 posizioni rispetto all’ultima volta è entrata nella top 250. In classifica ci sono anche l’Alma Mater Studiorum di Bologna, La Sapienza di Roma e le Università di Verona e Catania con quest’ultime che però si trovano leggermente attardate rispetto alle altre. Risultati che sicuramente regalano lustro alle nostre Università e al sistema dell’istruzione italiana sempre molto criticato ma che in realtà in giro per il mondo è scenario di dibattito e grande comprensione da parte di molti esperti pronti a scommettere sulla bontà di quello che viene dibattuto tra i suoi banchi. Di fronte a questa evidenza deve ripartire anche il Ministro Marco Bussetti da poco salito alla Pubblica Istruzione con la formazione del nuovo governo.