Mentre nella storia della letteratura, o in quella dell’arte, lo studio delle opere letterarie o pittoriche è quasi sempre accompagnato dalla biografia degli autori, intesa come elemento essenziale per la comprensione delle loro opere, così non avviene nello studio della scienza.

Lo sviluppo della scienza ha infatti un carattere cumulativo: nel senso che i concetti vengono via via resi più chiari e sfrondati da ambiguità e talora contraddizioni o false teorie. Così l’insegnamento delle materie scientifiche procede per “vie maestre”, cioè seguendo un percorso logico e quasi lineare, che è la sintesi di un percorso spesso tortuoso in cui si sono susseguiti tentativi, vicoli ciechi, intuizioni teoriche, esperimenti cruciali, eccetera.



Per dare un’idea sintetica del percorso della scienza (cosa forse inevitabile a livello didattico) si perde tutto il lato della scienza come avventura umana. Come dice l’astrofisico Marco Bersanelli nella prefazione al libro Scienziati in città di Mario Gargantini (Editoriale Delfino, 2018) “Se c’è una cosa di cui si sente la mancanza nella comunicazione della scienza è il nesso con il contesto storico e umano da cui la scienza stessa proviene”.



Se a questa mancanza non si può ovviare con i libri di testo, ben vengano opere dedicate alla vita e al contesto storico degli scienziati. È un po’ come il concetto, rovesciato, dell’antologia in letteratura: nel testo si trova la vita, la tendenza letteraria, il contesto storico dell’autore, mentre nell’antologia si trovano le opere.

Nell’insegnamento della scienze potrebbe essere il contrario: nel testo si trovano le opere, cioè le teorie scientifiche, nell’antologia le vicende umane e il contesto storico-geografico in cui opera uno scienziato. 

Proprio il desiderio di colmare la mancanza di una simile “antologia” ha ispirato il libro di Gargantini, in uscita in questi giorni, che ha come sottotitolo Storie di scienza per viaggiatori curiosi. Dice l’autore nell’introduzione: “Valeva la pena quindi indagare su alcune di queste storie e tentare di ricostruirle e raccontarle, ricollocando così gli scienziati nei loro ambienti e nelle loro epoche che certamente hanno avuto qualche incidenza anche sul loro modo di ‘fare scienza’ e in qualche caso sugli stessi risultati delle ricerche”.



Sono così nate venti biografie corredate del contesto non solo storico, ma anche geografico in cui gli scienziati hanno vissuto. Si parla di matematici, fisici, ma anche di biologi, naturalisti; le vite degli scienziati mostrano anche come vi siano più relazioni fra le varie discipline di quanto non compaia nella la rigorosa settorialità proposta in campo didattico.

Venti protagonisti di tutte le epoche, a partire dal periodo ellenistico, con Archimede ed Eratostene. Si passa poi ai protagonisti della rivoluzione copernicana, Tycho Brahe, Keplero, Galileo. Andando verso epoche più moderne con i grandi matematici, Nepero, Eulero, Hamilton.

Infine, spaziando dalla biologia alla tecnologia, alla fisica e all’astrofisica, protagonisti dell’Ottocento e del Novecento come Mendel, Marconi, Einstein, Penzias e Wilson.

Non sono dimenticati personaggi minori, ma interessanti; per esempio il naturalista Johann C. Fuhrlott, lo scopritore dell’uomo di Neanderthal, razza umana considerata per molto tempo secondaria e recentemente rivalutata dalla scoperta delle sue pitture rupestri.

Come dimenticare la complessità delle vicende, niente affatto lineari, che si incontrano nelle biografie; cosa che mostra come la ricerca e le scoperte scientifiche siano spesso inseparabili dal contesto umano. Si pensi per esempio che Galileo inizialmente costruì il cannocchiale per stupire i notabili veneziani e… farsi raddoppiare lo stipendio! Solo successivamente si dedicò all’osservazione astronomica, che portò alla scoperta dei satelliti di Giove e delle fasi di Venere, dati sperimentali quasi decisivi a favore del sistema eliocentrico. Si pensi poi al già citato Eulero: mentre i matematici sono di solito considerati come gente dedicata solo ai calcoli, lui stupiva gli amici recitando a memoria l’Eneide di Virgilio! 

Un libro quindi non solo utile per allargare lo sguardo degli studenti ma anche per gli adulti, che hanno talora un ricordo arido e un po’ noioso delle materie scientifiche e qui si troveranno in un vero e proprio “romanzo” storico-geografico. Infatti dopo ogni biografia si trova una nota, quasi una guida storico turistica, sulla città legata allo scienziato e, cosa non secondaria, un elenco delle città in cui lo scienziato è vissuto o che ha visitato, spesso in diverse nazioni. Quest’ultimo dato conferma come fin dai secoli più remoti ci fossero molti contatti scientifici tra i paesi europei: la prova, se ce ne fosse bisogno, che la scienza è stata europea molto prima dell’Europa politica.