Riprendiamoci le nostre vite e allontaniamoci da freddi algoritmi tornando alle sensazioni, i sapori e la bellezza estetica. Questo è il morale di una favola moderna che toglie e non da, che lascia il popolo dei social senza parole e che, anche questa volta, vede come protagonista Facebook. Il popolo dei social è la versione moderna di Cappuccetto Rosso mentre Mark Zuckerberg sembra ormai essere diventato il lupo cattivo pronto a portare via il cestino con la merenda e la stessa nonna a colpi di censure, falle nella privacy e chi più ne ha e più ne metta. I social sono senza dubbio una straordinaria scoperta ma come spesso accade con il bosco può sempre nascondere pericoli e buche nelle quali cadere. Facebook finisce quindi nuovamente sotto accusa e non per via dei problemi venuti a galla nei mesi scorsi e che hanno portato il titolo a scendere in borsa, ma per via dell’algoritmo in base al quale si stabilisce se un’immagine è da etichettare come “pornografica” e meno.
LE ETICHETTE DELLA CENSUA FANNO INFURIARE LE ISTITUZIONI CULTURALI
Le etichette della censura questa volta non sono finite su donne nude o scene violente ma sui quadi di Rubens, sui suoi nudi, q eusto ha fatto insorgere una serie di musei ed istituzioni culturali del Belgio che hanno lanciato un video di protesta con tanto di lettera che i firmatari hanno voluto pubblicare per rendere nota la loro indigazione. Le nudità vengono escluse in maniera automatica e questo non permette la loro divulgazione: “Indecente, è questo il modo in cui il seno, i glutei e i cherubini di Peter Paul Rubens vengono considerati, ma non da noi, bensì da voi. Potremmo riderci sopra, ma questa censura complica la vita degli attori culturali che vogliono far scoprire le opere dei maestri fiamminghi“. Il Ceo di Visit Flander, Peter De Wilde, ha voluto rilanciare: “Sfortunatamente la promozione del nostro patrimonio culturale unico non è più possibile sul social network più popolare”. Per chiudere con ironia questo capitolo, al quale lo stesso Zuckerberg ha promesso di trovare una soluzione, è stato rilasciato un video che invita i visitatori della House of Rubens ad Anversa di allontanarsi dai dipinti per “proteggersi dalla nudità”. Come andrà a finire questa storia? In attesa di scoprirlo, ecco l’ironico video: