La ragazza con la Leica rende giustizia ad il contributo mondiale dato dalla fotoreporter Gerda Taro. Il libro di Helena Janeczek non vuol essere tuttavia biografico, ma affiancare la vita della grande fotografa tedesca all’esistenza di tanti altri giovani che si sono ritrovati a combattere contro il volto oscuro della Parigi degli anni Trenta. Armata di macchina fotografica, la Taro decide di lasciare una testimonianza delle conseguenze della guerra grazie alle sue fotografie, che danno lo spunto necessario all’autrice per ampliare lo sguardo verso la sua ribellione ed il suo forte senso per l’avventura. Anche in campo romantico, al fianco del compagno Robert Capa. “Aveva dedicato la sua splendida vita a un degno compito, a una giusta causa persa”, sottolinea l’autrice in uno dei passaggi iniziali. La Taro infatti è consapevole che non basterà la sua inchiesta fotografica a rendere consapevoli le popolazioni di tante Nazioni. Il suo però è un cuore pulsante, come sottolinea la Janeczek. Lo stesso che raccoglierà diversi volti, fra cui tanti amici incontrati durante il suo percorso a braccetto con la vita, nel giorno del suo funerale. La giovinezza di Gerda viene cristallizzata non solo grazie alla sua morte, avvenuta sul campo di battaglia alla fine degli anni Trenta, ma anche grazie alla sua opera documentaria, che renderà giustizia ai tanti rifugiati che hanno trovato in Francia una nebbia di ostilità. Nessuna politica, alcuno schieramento. Solo l’odio di un popolo nei confronti di un altro. La paura dello straniero come miccia di una guerra ingiusta, l’avanzata del Nazismo e i duri colpi di un’economia che soccombe ai bombardamenti. “Era chiaramente… la ragazza carina a cui, come al destino, non si poteva che correre dietro”, sottolinea Georg Kuritzkes in un’intervista alla radio dell’87 e posta a calce dell’introduzione del libro. Un’immagine che si unisce alla prima fotografia che l’autrice ha scelto di usare per raccontare Gerda. Uno scatto che immortala il sorriso di due giovani, impegnati nel vivere la loro giovinezza, poi spezzata.
CHI E’ HELENA JANECZEK
Vincitrice del Premio Strega 2018, Helena Janeczek propone il suo La ragazza con la Leica, edizione Guanda, anche in occasione del Premio Campiello di quest’anno. L’autrice figura fra i finalisti ed è considerata fra gli scrittori più in vista del momento. La sua penna tedesca subisce l’influenza della naturalizzazione italiana. Nata a Monaco di Baviera, le origini ebree e polacche della Jeneczek sono evidenti nei suoi numerosi libri. Il primo è un’autobiografia che ha pubblicato nel ’97 con la Mondadori, Lezione di tenebra, che le ha permesso di vincere il Premio Bagutta per la sezione Opera Prima. La scrittura della Janeczek spazia da una visione intima ad una più documentaria, affrontando temi scottanti come il morbo di mucca pazza, grazie all’omaggio alla vita di Clare Tomkins nel suo Bloody Cow, edizione Il Saggiatore. L’attenzione per la guerra ed in particolare per la Seconda Guerra Mondiale, è visibile invece nel romanzo Le rondini di Montecassino che ha scritto nel 2010, edizione Guanda. Anche in questo caso riguarda una visione romanzata di fatti storici, che permettono al lettore di fare un viaggio che unisce le grandi e terribili battaglie di ieri a quelle di oggi.