“E chi non beve con me, peste lo colga!” diceva Amedeo Nazzari nella Cena delle beffe e, soprattutto, in un vecchio Carosello cult Biancosarti. Leggete e bevetene tutti ci esorta Elisabetta Musso nel titolo del suo delizioso libriccino appena comparso sui banchi delle librerie (Dario Flaccovio 2018). Si beve per abitudine, per piacere, per rallegrarsi o rattristarsi, si beve nei rifugi perché è uno dei grandi piaceri della montagna, bevono giornalisti e scrittori, modesti o sommi: Simenon non solo ha avuto diecimila donne (ipse dixit) ma da giovane si scolava dieci bottiglie di Bordeaux al giorno (idem). Tutti bevono vino, anche chi sostiene “solo un dito ogni tanto” (diffidatene, mentono spudoratamente).
A tutti si rivolge Musso, nella sua “guida irriverente per allegri bevitori”, che non è solo un manuale per conoscere i vini. Innanzitutto sono pagine che si bevono d’un fiato, ridendo a ogni pagina. Poi pagine che servono per ordinare il vino al ristorante senza fare brutta figura col solenne sommelier e con i commensali. Per comprare una bottiglia al supermercato o per trovarne una, più impegnativa, da portare a una cena o da offrire a ospiti intenditori. C’è di tutto, dal Lambrusco (apprezzatissimo) allo champagne Krug Clos d’Ambonnay da 3mila euro, dallo zibibbo di Pantelleria all’icewine canadese. Da come distinguere il sapore di tappo al ristorante a come tenere in mano il calice. Molto utile, tutto ciò, anche in vista di pranzi e regali natalizi. Prosit!