All’inizio del XIII secolo, quando Francesco componeva il suo Cantico delle creature, l’Italia aveva una popolazione pari al 10% di quella attuale e un grado di benessere – misurato come prodotto lordo pro-capite – stimato a meno del 5% di quello odierno. Valori perfino inferiori erano quelli del resto d’Europa e del mondo.
La società umana del tempo, molto più ridotta e molto più povera di quella attuale, si poteva quindi sviluppare in un quadro che, con le parole di oggi, potremmo definire di perfetta sostenibilità ambientale ed economica: il clima si manteneva stabile e non poteva certo essere influenzato dall’uomo, gli equilibri dei sistemi naturali non venivano perturbati dalle attività economiche e queste si svolgevano entro una sostanziale circolarità di materiali e risorse energetiche. Era quindi del tutto ovvio che i contemporanei di Francesco vedessero nella natura soltanto un inesauribile patrimonio a loro disposizione che poteva essere sfruttato a piacere e di cui si sentivano dominatori in senso culturale e pratico.
Ciò nonostante, il mistico profeta di Assisi rovescia radicalmente il rapporto antropocentrico di dominio dell’uomo sulla natura: per lui gli esseri e i sistemi naturali sono semplicemente creature, figli e figlie di Dio, come lo sono l’uomo e la donna, e quindi legati tra loro e con noi in un rapporto di reciproca fraternità. Sole e stelle, acqua e fiori, perfino il fuoco – sostanza naturale ma anche creazione tecnologica dell’uomo e come tale creatura “seconda” di Dio – diventano quindi fratelli e sorelle, in un comune legame in cui l’uomo primeggia non per superiorità biologica, ma solo perché investito di maggiori responsabilità e umile riconoscenza verso il Padre di tutte le creature.
Partendo da queste premesse, culturalmente e storicamente fondate, la Fondazione Lombardia per l’Ambiente, in collaborazione con Il Sussidiario, ha allestito una mostra al Meeting di Rimini 2023 in cui presentare la convergenza tra le attuali sfide ambientali – viste alla luce delle evidenze della scienza contemporanea e di una accresciuta sensibilità sociale – e il messaggio del Cantico delle creature di Francesco. Le profetiche intuizioni del santo di Assisi vengono così rilette non solo come valori etico-sociali da porre alla base di una visione integrale di sviluppo sostenibile, ma anche come elementi fondanti di un nuovo rapporto tra uomo e natura basato su una nuova e fruttuosa alleanza.
Così la terra, definita da Francesco sorella e madre che “ci sostenta e ci governa”, e i suoi “coloriti fiori et erba” diventano, nella mostra, il patrimonio genetico ed ecologico alla base della biodiversità; la sorella acqua “multo utile et pretiosa” viene presentata nei sui grandi cicli geofisici dalla formazione dei ghiacciai ai torrenti, ai grandi fiumi di pianura, ai mari e nei corpi idrici sotterranei; il frate sole “radiante cum grande splendore” diventa la fonte che ci assicura un clima benevolo verso la vita e che siamo chiamati a proteggere da cambiamenti rischiosi, e al tempo stesso una fonte di energia da cui far nascer un nuovo “frate foco.. robustoso et forte” che “enallumini la nocte” della società e dell’economia umana; infine, alla luce di quanto detto, tutte le attività economiche vengono riconcepite non come fini a sé stesse, ma come supporto alla “infirmitate et tribulazione” sempre purtroppo presenti nella vita e nelle comunità umane, in un quadro di circolarità di risorse ed energia compatibile con i delicati equilibri fisici e biologici del nostro pianeta.
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