Il governo ha attuato il taglio del cuneo fiscale, permettendo ai lavoratori di portare a casa qualche euro in più ogni mese. Soddisfatto il premier Giuseppe Conte: “E’ il primo passo verso una riforma complessiva della riforma fiscale e in particolare dell’Irpef. È una misura che certifica in modo inoppugnabile che la manovra riduce le tasse ai lavoratori e alle famiglie”. Il presidente del consiglio ha aggiunto: “Coinvolgeremo in questo piano di riforma fiscale anche i pensionati. L’obiettivo è restituire sicurezza economica ai lavoratori e alle famiglie, rendendo più equo il sistema tributario”. Esprimono soddisfazione anche i sindacati, a cominciare dal segretario generale della Cgil, Maurizio Landini: “Una giornata importante perché dopo tanti anni c’è un provvedimento che aumenta il salario netto di una parte dei lavoratori dipendenti. Questo è un primo risultato, che interessa 15-16 milioni di persone che vedrà aumentare il netto in busta paga, nessuno diventa ricco, ma la strada è quella giusta”. Così infine il ministro Catalfo: “Oggi insieme ai sindacati abbiamo avviato un percorso importante, disegnando i contorni di un intervento che porterà più soldi nella busta paga di 16 milioni di lavoratori”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



CUNEO FISCALE, PIU’ SOLDI IN BUSTA: TUTTI I DETTAGLI

Il governo ha varato la manovra del cuneo fiscale, un taglio delle tasse per i lavoratori dipendenti, che permetterà agli stessi di ottenere qualcosa in più in busta paga ogni mese. L’esecutivo giallorosso ha messo a disposizione tre miliardi di euro per l’anno 2020, con l’aggiunta di altri 5 per il 2021, quando poi, ricorda l’edizione online di Repubblica, bisognerà trovare altri soldi per far quadrare i conti. I sindacati si sono detti comunque soddisfatti, e il governo ha spiegato che si tratta di un primo passo in merito all’annoso tema del taglio delle tasse. Sia chiaro, l’abbassamento del cuneo fiscale non cambierà la vita a nessuno, ma è sempre meglio ricevere qualche soldo in più in busta paga, rispetto che meno, anche se trattasi di pochi euro. Oltre agli 11.7 milioni di lavoratori che beneficiano dei famosi 80 euro di Renzi, la platea si è allargata di altri 4.3 milioni, per un totale quindi di ben 16 milioni di dipendenti.



CUNEO FISCALE: GLI AUMENTI PER FASCE DI REDDITO

Ma veniamo nel dettaglio agli aumenti. Chi già percepisce gli 80 euro di Renzi dal 2014, vedrà un aumento di venti euro al mese, toccando i 100 euro tondi tondi. Si tratta dei redditi lordi previsti fra i 24.600 euro annui, e i 26.600. Poca roba, nemmeno un euro al giorno in più, ma vale comunque il discorso di sopra: meglio averli che perderli. Per i redditi da 29mila euro, invece, il bonus si trasformerà in credito di imposta, una detrazione che andrà a calare, 97 euro per i 29mila, e 94 per quelli superiori ai 30mila. In poche parole, ogni 1000 euro lordi in più di stipendio annui, significheranno 3 euro in meno di beneficio. Usufruiranno di questo bonus coloro che percepiranno fino ad un massimo di 39mila euro lordi ogni dodici mesi, con un piccolo assegno da 16 euro mensile. Dai 40mila in avanti, il bonus si azzererà.

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