Gianni Cuperlo, classe 1961, è uno dei possibili nomi in lizza per la segreteria del Partito Democratico. Se la vedrà durante il congresso con Stefano Bonaccini ed Elly Schlein, nomi dati decisamente in vantaggio rispetto a quello di Cuperlo. Deputato del PD dallo scorso 25 settembre, in passato ha militato nella Fondazione giovanile comunista, della quale venne anche eletto segretario, mentre durante la segreteria di Renzi al PD fu anche, per 32 giorni, presidente del partito.



“Presi la parola in direzione per contestare l’accordo con Berlusconi sulla legge elettorale, il famigerato Italicum”, ricorda Cuperlo in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, parlando della sua breve esperienza da presidente del PD, “Renzi mi liquidò in modo sprezzante: parla questo che in Parlamento è stato nominato”. Ma riconosce anche di aver sbagliato in quell’occasione, “ho continuato la battaglia da dentro il gruppo dirigente”. “Pensavo che il PD”, confessa ancora Cuperlo, “con Renzi avesse perso l’anima in modo irreversibile“, ma sostiene anche che, fortunatamente, “non era vero”. Parlando, invece, dell’attualità, sostiene che Meloni è “una leader più apprezzata di Salvini”, ma teme anche sulle possibili derive che potrebbe prendere il suo governo.



Gianni Cuperlo: “Conte vuole distruggere il PD”

Secondo Gianni Cuperlo il problema con Meloni è che si tratta di “una destra dura, strutturata. Non è folklore, è un impianto, un’ideologia”. Sostiene la necessità di mobilitare la società per combatterla, perché sulla possibile deriva autoritaria del governo sostiene che “comincia sempre con un’iniezione di paura a cui si offre un antidoto, ma in cambio di una quota di libertà”, sostenendo per esempio che “questo governo tratta la povertà come una colpa da espiare”.

Continuando nel suo ragionamento sull’attualità Cuperlo non fa sconti neppure a Giuseppe Conte che “sembra voler distruggere il PD. Proprio come Renzi”. Arrivando, infine, a parlare dell’attuale lotta per la segreteria del Partito Democratico, sui suoi “avversari” spiega che “dietro a Bonaccini come dietro a Schlein vedo ripararsi tutto il solito e inamovibile establishment, quello che ha passato ogni temporale senza mai bagnarsi. E poi non credo al partito dei soli amministratori. Il doppio incarico, come ha dimostrato il caso Zingaretti, non funziona. Dobbiamo coinvolgere soprattutto gli amministrati. Il Pd va rifondato e aperto ai movimenti, alla società”, conclude Cuperlo.