GIANNI CUPERLO E “LA TERZA VIA” SUGLI AIUTI ALL’UCRAINA

Secondo Gianni Cuperlo il Pd dovrebbe trovare un “punto di fuga” sul tema dell’Ucraina, provando a mettere in discussione la linea avviata da Mario Draghi ed Enrico Letta e oggi confermata con qualche “confusione” dall’attuale Segreteria. La “resa dei conti” sul tema aiuti all’Ucraina si sarebbe dovuta tenere alla Direzione Nazionale del Pd lunedì pomeriggio: la morte però improvvisa di Silvio Berlusconi ha portato la segretaria Elly Schlein a rinviare il tutto alla prossima settimana, così come le udienze di Camera e Senato che sono state sospese fino a lunedì.



Resta però sul tavolo lo scontro emerso con forza negli ultimi giorni tra le aree del Partito Democratico convinti della linea ufficiale sull’invio di aiuti militari al Governo ucraino, e quelli invece che emergono sempre più come “pacifisti” che mal digeriscono la posizione “interventista”. È in particolare sulla figura di Paolo Ciani, da poco eletto vice capogruppo alla Camera, che si è consumata l’ultima lite interna alle diverse correnti Dem: Cuperlo nel suo editoriale sul “Domani” scrive proprio della vicenda legata a Ciani, osteggiato da parte del Pd in quanto non da oggi convinto oppositore alla linea di invio armi all’Ucraina. Non solo, per Ciani che è leader di Demos (partito vicino alla Comunità di Sant’Egidio, ndr) pesa anche la scelta di non volersi iscrivere al Partito Democratico nonostante lo scranno in Parlamento e costante soprattutto la nonna di vice capogruppo di un partito che non è il suo. «Paolo Ciani è il mio compagno di banco alla Camera», spiega il candidato sconfitto alle ultime Primarie Dem, «è il mio compagno di banco ed è comprensibile quanto ha spiegato nella sua prima intervista da vice capogruppo». Ciani lo dice fermamente e Cuperlo sembra appoggiarlo: serve un’azione dell’Europa per il perseguimento della tregua nella guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina, «solo così si può stoppare la carneficina in atto».



“SERVE ALTRA VIA OLTRE DRAGHI”: COSA HA DETTO CUPERLO

Secondo Cuperlo la posizione di Ciani è comprensibile anche se non ne condivide fino in fondo la “conseguenza”: l’idea del pacifismo sulla guerra in Ucraina è quella di ammettere che la Russia è l’aggressore ma ritenere allo stesso tempo che lo stop all’invio di armi all’Ucraina possa essere la leva utile per bloccare un’escalation militare molto pericolosa per tutti. Qui Cuperlo si distanzia e scrive sul “Domani” «il sostegno all’esercito di un Paese aggredito è dovere dell’Europa e della comunità internazionale».



Per Ciani vi è un «un desiderio di pace che escluda qualsiasi sostegno alla guerra»; il tema dell’aiuto a Zelensky per Cuperlo non deve però essere messo in discussione, se non per la domanda delle domande, ovvero quanto davvero possa continuare a durare questo conflitto. Di contro, la “seconda via” imbracciata dal Pd fin dall’inizio della guerra è quella ribadita ancora negli scorsi giorni dall’ex Premier Mario Draghi, su cui il Pd si è “accodato” durante i mesi del Governo di unità nazionale: convinto sostegno all’Ucraina con ogni mezzo e armi per sconfiggere militarmente e politicamente la Russia. Scrive ancora Cuperlo: «Mario Draghi sembra invece credere che non ci siano alternative alla vittoria dell’Ucraina. Fino a a pigiare il pedale dello scontro con Mosca, senza escludere, almeno implicitamente, un crescendo del conflitto». Ecco, per l’ex Presidente del Pd, oggi deputato “vicino” alle posizioni di Ciani (e in parte anche Schlein) serve una posizione diversa, una “terza via” da adottare al più presto: «Sarebbe bene che la sinistra si mettesse a cercare una terza via. Che da che mondo è mondo esiste sempre». Sarà interessante capire se e in che modo Schlein nella prossima Direzione Pd cercherà di tenere assieme queste anime così diverse e distanti.