L’epidemia da coronavirus sta provocando migliaia di vittime, e nel contempo, una gravissima crisi economica in tutto il mondo e ovviamente anche in Italia. Il governo è corso ai ripari con una serie di misure straordinarie varate in tempi brevi, come ad esempio il famoso “Cura Italia”, una serie di aiuti rivolti in particolare ai lavoratori e alle famiglie. Ma sono molti quelli convinti che il decreto suddetto non basti ad arginare la crisi. Lo ha fatto chiaramente capire Carmelo Pullara, presidente del Gruppo parlamentare Popolari ed Autonomisti all’Ars, che ha affermato: “17.000 aziende artigiane rischiano di essere tagliate fuori dal sistema di cassa integrazione – le sue parole riportate dal quotidiano Libero – in deroga introdotto dal Decreto Legge 17 marzo 2020, n.18 “Cura Italia”, perché mancanti dell’adesione o della contribuzione dei fondi agli Enti sindacali bilaterali”.



CURA ITALIA, LA DENUNCIA DI PULLARA: “NESSUN SETTORE VA ESCLUSO”

Pullara sottolinea come sia fondamentale evitare che le misure economiche varate, non escludano un determinato settore produttivo, solo per il fatto che lo stesso non ha aderito ai sindacati: “Non possiamo permettere – ha proseguito lo stesso – che un provvedimento straordinario varato per fronteggiare le ricadute economiche causate dalla pandemia COV19 possa escludere un settore produttivo solo perché non ha nel corso della propria attività aderito ad una o a un’altra componente sindacale, soprattutto perché quello che affrontiamo oggi è uno stato d’emergenza sanitaria ed economica senza precedenti”. E’ fondamentale, prosegue il numero uno dei Popolari ed Autonimisti dell’Ars, che ogni settore venga tutelato da questa gravissima crisi economica, di conseguenza lo stesso suggerisce che “Si inserisca una clausola di salvaguardia per le imprese artigiane, in cui prevedere che i benefici previsti dal dettato normativo nazionale si applichino anche ai datori di lavoro, che non hanno aderito o contribuito ai fondi di cui all’art. 27 del DLgs 148/2015 Fondi di solidarietà bilaterali alternativi”.

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