La strategia per gli acquisti dei vaccini anti Covid non è cambiata: li effettua l’Unione europea, che ha accordi in esclusiva con le case farmaceutiche. Lo ha spiegato il capo della Protezione civile Fabrizio Curcio nel corso di un’audizione alla Camera, in commissione Affari sociali, sulla campagna vaccinale. «L’acquisizione avviene tramite la Commissione e in base a questo è stato firmato un accordo che prevede per gli acquisti l’esclusiva della Commissione». Il ministero della Salute ha, quindi, avviato interlocuzioni con altri partner europei per «procedere in maniera congiunta alle negoziazioni con le case farmaceutiche, per ottenere i farmaci per tutta l’Ue». A proposito della campagna vaccinale, ha chiarito che c’è uno spirito di «assoluta attivazione e supporto».



In merito all’uso delle dosi vaccinali a fine giornata, Fabrizio Curcio ha chiarito che si tratta di «un tema che deve essere affrontato», perché va data «un minimo di regolarità» all’argomento. Quindi, intende confrontarsi con il commissario Francesco Paolo Figliuolo, che tra l’altro «ha di fatto assorbito buona parte delle competenze del sistema di Protezione civile. Da allora il dipartimento ha supportato le azioni che sono state svolte dalla struttura commissariale».



“PROTOCOLLI PER DOSI A FINE GIORNATA”

Per Fabrizio Curcio è possibile ragionare con le Regioni «per arrivare a dei protocolli di intesa che consentano di indirizzare ciò che avanza, non al 20enne ma a qualcuno che è in quella categoria lì». Il capo della Protezione civile pensa, quindi, a delle liste «molto strutturate e numericamente elevate». Serve anche un protocollo per individuare in maniera chiare i caregiver. Riguardo lo stato di attuazione del Piano strategico nazionale dei vaccini, Curcio ha chiarito che stanno «stressando le amministrazioni territoriali per accompagnarle – in modo propositivo e integrando anche i nostri volontari – a raggiungere l’obiettivo delle 500mila dosi al giorno dalle attuali 220mila». L’obiettivo è raggiungibile però con un afflusso massiccio di vaccini, «ma intanto dobbiamo marcare questa crescita perché i territori siano preparati quando il numero dei sieri aumenterà». Per questo è stata fatta una ricognizione per capire il livello della somministrazione attuale, affinché la crescita nelle somministrazioni «sia il più possibile omogenea». Si lavora anche ad un elenco di azioni da porre se una Regione dovesse implementare i punti vaccinali con altri come palazzetti e teatri.

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