Le cure anti-Covid, delle quali si è sempre parlato molto poco in favore del protocollo ministeriale che si basa tuttora su paracetamolo e vigile attesa, divengono ora prepotentemente di moda dopo l’importante scoperta del colosso farmaceutico Merck, che ha richiesto l’autorizzazione di emergenza per il farmaco Molnupiravir. Secondo gli studi condotti dall’azienda, infatti, esso ridurrebbe del 50% le ospedalizzazioni e la letalità del virus SARS-CoV-2. A tal proposito, il direttore del quotidiano “La Verità”, Maurizio Belpietro, pubblica nel suo editoriale sull’edizione in edicola oggi una lunga riflessione, sottolineando come, dopo l’articolo-inchiesta sulla tachipirina come cura sbagliata per i malati di Coronavirus, “sulla stampa e in tv è calata una cappa di silenzio. Bocche cucite pure al Ministero, dove nessuno ha osato commentare. Non una smentita, non una presa di posizione, non un sopracciglio sollevato: solo la consegna del no comment”.



Belpietro aggiunge altresì che venerdì sera il dottor Sergio Pandolfi, autore dello studio ripreso dal giornale, “mi ha scritto una mail per segnalarmi che alcune trasmissioni che lo avevano invitato, dopo il nostro articolo avevano disdetto l’invito, e per questo era pronto a inviarmi una sintesi dettagliata del suo lavoro in cui si ribadiva il concetto: aver usato il paracetamolo per combattere il virus ha aumentato il tasso di ospedalizzazione e, di conseguenza, di mortalità”.



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CURE ANTI-COVID, LA VERITÀ: “ORA PARLARNE È LECITO”

In un altro servizio de “La Verità” di oggi, il vicedirettore, Francesco Borgonovo, ricorda come fino a ieri, c’era una guerra contro chi parlava di cure per il SARS-CoV-2, con annessa accusa di essere no vax. Il giornalista continua: “Ma ecco che, all’improvviso, il colosso farmaceutico americano Merck Sharp & Dohme chiede l’autorizzazione di emergenza per un farmaco anti-virus, la tanto attesa pillolina magica che scaccia la peste. In un lampo, parlare di cure si può, anzi si deve, anzi si scopre che tutte le istituzioni non avevano mai pensato ad altro che a quello”.



Eppure, nel 2020 il governo italiano ha rifiutato una sperimentazioni gratuita offerta da Eli Lilly, nei confronti della quale molti esperti si sono messi di traverso e “ora, con mesi e mesi di ritardo, apprendiamo che invece i monoclonali salvano vite, comprese quelle di vescovi e alti prelati. Direte: sono i tempi della scienza. Beh, mica tanto: sono i tempi della politica”. Infine, una ricerca di Oxford pare aver scoperto che “i bambini sembrano essere meno infettivi e meno suscettibili, anche con Delta, proprio come succedeva con le altre varianti”. Ecco allora che la reazione di Borgonovo non si fa attendere: “Fantastico, notizia memorabile. Dopo aver presentato per mesi i piccini come untori e bombette umane, ecco che ora i media ‘autorevoli’ attestano con serenità che i bambini si contagiano e contagiano meno, cosa che altri studi (anche italiani) sostengono da tempo”.