“Tachipirina e vigile attesa” è stato uno degli slogan più utilizzati dal ministro della Salute Roberto Speranza nel primo periodo della pandemia, oggi sarebbe invece pronto un protocollo per intervenire subito alle prime manifestazioni dell’infezione da Covid-19. Lo ha messo a punto l’Istituto Mario Negri di Milano, che in collaborazione con otto medici di famiglia tra le Ats/Asl di Bergamo, Varese e Teramo ha sperimentato un processo di cura domiciliare ancor prima che il tampone di controllo risulti positivo.
Come riferito dal Corriere della Sera, che cita la sperimentazione, sono stati 108 i pazienti curati domiciliarmente partendo da farmaci comuni come l’Aulin. Di questi solo uno ha avuto poi necessità di ricovero ospedaliero, risultato che ha un valore di rilievo se confrontato confrontato con il percorso clinico di altri 108 pazienti malati di Covid, perfettamente analoghi e comparabili per età, sesso, patologie pre-esistenti e iniziale sviluppo dei sintomi che invece sono stati in 12 ad avere bisogno di recarsi in ospedale.
Cure domiciliari, una via per ridurre ricoveri e costi
Lo studio, denominato “Cover2”, è in attesa di revisione, ma fa sorridere i coordinatori e la comunità. Il valore medico è infatti inestimabile, in quanto le cure domiciliari hanno il doppio ruolo di portare al minimo i ricoveri in ospedale, ma soprattutto abbattere i costi dei ricoveri stessi. L’unico ricoverati dei 108 pazienti in sperimentazione è infatti stato in ospedale circa 19 giorni per una spesa totale che si aggira intorno ai 9mila euro, mentre i 12 “esterni” hanno avuto 141 giorni di degenza complessiva e un costo di 60mila euro.
Per entrare nel dettaglio delle cure confrontato con il percorso clinico di altri 108 pazienti malati di Covid, perfettamente analoghi e comparabili per età, sesso, patologie pre-esistenti e iniziale sviluppo dei sintomi. Le cure domiciliari, dovesse essere approvato il protocollo, avrebbero dunque un ruolo fondamentale nella battaglia contro il Covid-19, ma non sminuirebbero comunque il valore dei vaccini in attesa di avere farmaci specifici per la cura del Coronavirus.