La Francia, assieme ad una legge sull’eutanasia, sembra apprestarsi ad approvarne anche una che regola le cure palliative. Ne parla un articolo pubblicato dal quotidiano Le Figaro, che racconta come la pratica medica sia poco conosciuta e sfruttata dai cittadini francesi che convivono con malattie gravi, incurabili e terminali. Spesso, infatti, a questa particolare branca della medicina è associato il pensiero che sia un’ultima spiaggia, dopo un percorso di cure inefficace, e che serva solamente ad accompagnare il paziente verso la morte. Tuttavia, la realtà delle cure palliative è ben diverse, e seppur l’esito nella maggior parte dei casi sia, effettivamente, un accompagnamento dolce verso la morte, in molti altri porta ad alcuni anni di vita vissuti senza troppi dolori, realizzando alcuni sogni.



Le cure palliative possono essere un’alternativa all’eutanasia?

Insomma, seppure le cure palliative siano poco sfruttate, secondo l’associazione Société française d’accompagnement et de soins palliatifs, potrebbero in qualche modo rivoluzionare l’approccio alla morte e agli ultimi mesi, anni o giorni di vita di un paziente terminale. “Il nostro obiettivo”, spiega Claire Fourcade, presidente dell’associazione, è “fornire la migliore qualità di vita possibile, il più a lungo possibile, in linea con le aspettative del paziente”, raccontando il caso di un paziente che hanno in cura dal 2016 e che a breve visiterà la Polinesia in catamarano.



Le cure palliative, insomma, possono fornire un aiuto ai malati che muove in diverse direzioni, dalla riduzione del dolore fino al benessere psicologico, aiutando per esempio l’organizzazione del futuro per i figli di un paziente timoroso di ciò che succederà dopo la sua dipartita. Ma Fourcade ci tiene anche a sottolineare che questo particolare tipo di medicina non ha nulla a che fare con le cure propriamente intese, ma è “basata sulla complessità e sull’incertezza” e mira a dare un sollievo, magari temporaneo, a malattie incurabili. “Ma non soffrire non è sufficiente per stare bene”, spiega ancora, “ecco perché l’approccio delle cure palliative è onnicomprensivo, con un supporto psicologico, sociale e talvolta spirituale”.

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