Le cure palliative in Italia vengono negate a 2 malati su 3, anche se per legge dovrebbero essere garantite e gratuite. Il nostro Paese, come ricostruisce La Verità, è stato addirittura il primo in Europa a varare una norma per riconoscere il “diritto alla misurazione e al trattamento del dolore, al trattamento delle sofferenze del paziente e dei familiari, alla formazione dei professionisti e a un’organizzazione secondo reti cliniche”. La realtà, però, è che essa non viene quasi mai messa in pratica. 



I pazienti per cui non esistono terapie oppure non sono efficaci per prolungare in modo significativo la loro vita, purtroppo, sono numerosi. Secondo le stime si tratta di 600.000 persone. I più diffusi sono quelli oncologici, ma ci sono diverse malattie croniche o degenerative che portano a condizioni altrettanto critiche, come la sclerosi multipla e il Parkinson. In questo contesto la gestione del dolore fisico e l’assistenza psicologica rappresentano dei problemi di primaria importanza, che però non vengono risolti.



Cure palliative, no a 2 malati su 3 anche se garantite e gratuite: i motivi

A denunciare il fenomeno dell’assenza di cure palliative è stato il Comitato nazionale di Bioetica (Cnb), che ha evidenziato la necessità di intrecciare il dibattito in questione a quello dell’eutanasia. “In molti casi la richiesta di essere aiutati a morire può essere riformulata come richiesta di aiuto a non soffrire”, è stato spiegato in un rapporto. È proprio in virtù dell’eccessivo dolore, infatti, che i pazienti spesso decidono di mettere fine alla loro vita.

È importante dunque domandarsi perché la legge, emanata nel 2010, non viene tuttora applicata. Le statistiche sulla questione non sono puntuali e complete. Al 2021 in Italia c’erano 305 centri di terapia del dolore non oncologico, collocati in modo eterogeneo sul territorio: 164 al Nord, 64 al Centro e 77 al Sud. I dati relativi al consumo di farmaci evidenziano che il Sud è molto indietro. Anche per quanto riguarda la formazione dei sanitari, l’offerta appare disomogenea. È indispensabile però realizzare ulteriori approfondimenti per analizzare il problema.