Miraggi d’alta quota o realtà? L’esistenza dello Yeti, l’abominevole uomo delle nevi, ha sempre fatto discutere: sono stati pubblicati libri, girati film e organizzate innumerevoli spedizioni alpinistiche. E proprio un alpinista, Kuniaki Yagihara, racconta che la spedizione giapponese composta da sette persone ha trascorso quarantadue giorni sui pendii del Dhaulagiri, nel nord del Nepal, alla scoperta dello Yeti. Si tratta del terzo viaggio nella regione per Yagihara, che ha fondato lo “Yeti Project Japan”. La spedizione avrebbe fotografato numerose impronte sulla neve ad un’altitudine di circa 4.400 metri. Yagihara sostiene addirittura di aver intravisto con il binocolo una sagoma bruna, ma di non essere sicuro che si trattasse proprio di quella dello yeti, perché si trovava troppo distante, a poco meno di un chilometro.
Storia o mito? – Le prime notizie dell’esistenza dello Yeti risalgono al 1832, quando un inglese che aveva vissuto in Nepal, riferì delle convinzioni della popolazione locale. Nel 1921 una spedizione inglese all’Everest incontrò l’incredibile creatura e ben 32 testimoni (sei britannici e 26 sherpa) riferirono di aver visto le impronte dello yeti. Nel 1953, anno della prima ascensione all’Everest, lo stesso Sir John Hunt, il capo spedizione di Edmund Hillary, raccontò di quanto gli venne riferito da un monaco locale, che aveva visto uno yeti giocare nella neve nel posto dove la spedizione si stava accampando. Uno dei più strenui sostenitori della prima teoria, quella che lo yeti scorrazzi davvero sui pendii delle montagne himalayane, è Reinhold Messner. L’alpinista altoatesino, primo al mondo a salire le 14 cime sopra gli 8.000 metri, sostiene di averlo visto non una sola volta, ma quattro. Il primo incontro risale al 1986, nel Tibet orientale, in una regione che Messner preferisce non rivelare. «Era circa mezzanotte, ero stanchissimo e stravolto dalla lunga marcia diurna – racconta in una vecchia intervista – quando ho avvistato un enorme essere, ritto sulle zampe posteriori, in posizione bipede. Guardava nella mia direzione. Iniziò a fischiare come per minacciarmi. A quel punto mi sono passate nella mente tutte le storie che avevo sentito sull’abominevole Uomo delle Nevi. Avevo sempre creduto che rientrassero nella categoria dei miti e delle leggende, ma in seguito si sono verificati altri incontri».
Identikit dello Yeti – Ecco le caratteristiche fisiche dell’abominevole uomo delle nevi, calcolate sulla base delle dimkensioni delle impronte fotografate degli alpinisti giapponesi. Altezza 198 centimetri, peso circa 200 chilogrammi. Le impronte sono di circa 35 centimetri di larghezza e 50 di lunghezza. La pelliccia sarebbe di colore burno, con tonalità rossastre in giovane età. Habitat: un’area di circa 2.000 chilometri quadrati attorno all’Everest. Si stima che abbia una vita media di 30 anni e che le sue origini risalgano all’uomo di Neanderthal, vissuto in Asia centrale circa 38mila anni fa. Il suo carattere sarebbe gentile e timido, tutt’altro che abominevole.