CQuest’estate converrà prendere una casa al mare a Miami Beach o Palm Beach, le esclusive spiagge della Florida, piuttosto che in Sardegna. La crisi economica ha, infatti, abbassato drasticamente i prezzi degli affitti nelle zone di villeggiatura e perfino le ville sulla costa sono diventate abbordabili. Nei siti di annunci per case di vacanza negli Stati Uniti si parla di “lusso accessibile”: a Miami molte ville di taglio medio-grande (con tre camere da letto, tre bagni, giardino, parcheggio) sono disponibili a partire da 700 euro la settimana, contro una media in passato di circa 1.200 euro.



Sardegna cara – In Costa Smeralda, invece, si parte da circa 1.000 euro, per una media che si avvicina ai 1.800. Anche il superlusso tocca picchi molto più alti nelle famigerate calette della Sardegna, dove si arriva a chiedere più di 4.000 euro; mentre a Palm Beach si rimane sotto i 3.000. La recessione, inoltre, spinge i proprietari, pur di guadagnare qualcosa, a mettere sul mercato le loro case anche solo per un giorno, a 100-150 euro. E nei portali di annunci compaiono sempre più numerosi perfino gli studi che si trovano vicino al litorale, a circa 50 dollari a week end. Per attrarre i turisti si studia pure la pubblicità per le inserzioni: “non c’é mai stato tempo migliore per affittare una villa in Florida”, “ville scontate per famiglie e amici”.



Su internet i vademecum per soggiorni al risparmio, come “Affitti per vacanze: contrastando la crisi economica”, consigliano per le ferie di organizzarsi in gruppo, con parenti o conoscenti, in modo da dividere i costi. E, quindi, è proprio la villa, da sempre considerata il massimo del lusso, a diventare un’opzione conveniente, soprattutto rispetto agli hotel, sconsigliati dai blogger, perché dal 20 all’80% più cari. Le opportunità che offre il mercato delle case di vacanza sono in linea con la sua crescita.

Secondo una recente ricerca commissionata da Homeaway, il portale leader al mondo per alloggi di villeggiatura, dal National Association of Realtors’ (l’associazione statunitense degli agenti immobiliari) a causa delle difficoltà economiche è aumentato, facendo segnare il record storico (più del doppio rispetto al 2005), il numero di proprietari che intende affittare la seconda abitazione. Nel 2008 il 27% di chi ha acquistato una casa lo ha fatto per metterla in locazione e il numero di settimane messe a disposizione è passato a quindici, dalle dodici del 2007. “Homeaway sta registrando una forte crescita degli annunci sui suoi siti. L’aumento dell’offerta si incontra con la ripresa della domanda da parte dei turisti, che continuano a scoprire gli eccezionali prezzi degli affitti degli alloggi di villeggiatura rispetto agli hotel”, ha detto alla Reuters il fondatore e numero uno della Homeaway, Brian Sharples. “I proprietari – ha aggiunto – hanno capito che mettere in locazione la seconda casa significa recuperare le spese per la sua manutenzione e in molti casi fare anche profitti”.