Obama ha conquistato gli Americani. Ha vinto le elezioni anche grazie ad un abile uso della propria immagine (ricordate la sua faccia ricolorata dall’artista Sheperd Fairey?), si è creato uno slogan efficacissimo («Yes, we can!», che suonava bene come «Always Coca Cola») e adesso il suo nome è praticamente diventato un brand. Tanto è vero che, anche dopo una campagna elettorale fatta anche di gadget, magliette, maschere e quant’altro, la sua faccia continua a essere fonte di lucroso guadagno.



Le ultime novità per i fans riguardano il mondo dei giocattoli. Dopo Obamakinz, il pupazzo dedicato all’allora candidato alle primarie del Partito Democratico (che già sormontava le bambole vudù e le ironiche action figure della rivale Hillary), a gennaio sono approdate sul mercato Usa le bambole di Sasha e Malia, 7 e 10 anni, figlie del suddetto presidente. I bambolotti si chiamano Sweet Sasha e Marvelous Malia, sono tenerissimi (anche al tatto) e somigliano davvero tanto alle loro versioni in carne ed ossa. Fanno parte della serie TyGirlz Collection, prodotta dall’azienda Ty Inc, la quale insiste (coraggiosamente) nell’affermare che la fonte di ispirazione non sarebbero le signorine Obama: «Abbiamo scelto di chiamare le bambole Sasha e Malia, solo perché sono nomi bellissimi », avrebbe dichiarato. Ad ogni modo alla famiglia presidenzialenon è stata chiesta l’autorizzazione per utilizzare i nomi delle bambine. Ed è già polemica, soprattutto dopo che la Ty ha rincarato la dose, lanciando anche cane della Casa Bianca formato pupazzo.



Ma le vere new entry, in fatto di pupazzi obamiani, sono le action figure del presidente, già attese in periodo elettorale. Il responsabile stavolta è una casa giapponese, la catena Gamu-Toys. I bambini del Sol Levante potranno ora giocare per primi col loro Barak personale in versione samurai. Ma anche c’è quello con la spada laser che si scontra con Darth Vader di Guerre Stellari. O il Barak-giustiziere, con tanto di mitra o pistola, alla faccia dei pacifisti. Le statuine sono in scala 1 a 6 e solo alte 30,5 centimetri, e vengono dalla collezione Obama Action Man. Ma esiste anche una serie più tranquilla, politically correct, in cui il presidente è rappresentato su uno sgabello mentre parla durante una conferenza, con tanto di microfono e bandiera americana. La chicca è che le mani sono intercambiabili, per rimarcare i gesti usati dal presidente nei suoi discorsi. Un successo planetario, dunque, per Mr. President. Ma bisogna ricordare che Obama non è il primo politico americano ad essere trasformato in un super-eroe. Come già detto, durante la campagna presidenziale se ne sono viste tante di bombolette che ritraevano i candidati, basti citare la serie Political Posers, o il successo della la bambola di plastica di Sarah Palin, in vendita su un sito online. Resta però che il fenomeno Obama ha una portata mai vista.



Un’ultima riflessione: il fenomeno Obama è unico ed è bene che non si presti a imitazioni o esportazioni. Li vedreste i vostri figli a giocare coi bambolotti di Fassino, Di Pietro o Berlusconi?