Aeroporto di Bari. Tra i tanti turisti e viaggiatori di passaggio per le mete vacanziere della Puglia c’era anche una signora romana di 55 anni non molto alta e di circa 100 chili. Una turista come molti altri che si era goduta la vacanza pugliese ( era andata a trovare suo figlio che vive lì) ma che al momento del ritorno ha subito uno spiacevole “contrattempo”. La donna infatti, per rientrare a Roma, aveva scelto il volo Easyjet delle 10.45 e, arrivata al check-in, si è sentita dire che era troppo grassa per “valere” il prezzo di un solo biglietto.



“Mi spiace ma lei è troppo voluminosa, se vuole viaggiare con noi deve pagare due biglietti”, annuncio quantomeno scioccante anche perché dopo ne è seguita una discussione tra la donna, sbigottita dallo strano provvedimento, e l’addetta al check in. La donna è stata poi invitata a pesarsi alla stregua di un bagaglio qualunque davanti agli altri viaggiatori che in quel momento si trovavano nella area dello scalo barese. Ovviamente la signora romana ha rifiutato di sottoporsi a tale pratica e ha fatto ritorno a Roma in altro modo, ma sicuramente senza salire a bordo di quel volo Easyjet.



La signora non ha chiuso qui la faccenda: ha infatti deciso di sporgere denuncia e richiedere alla compagnia i danni morali e materiali. Easyjet si è affrettata a formulare le sue scuse alla passeggera mancata, attraverso Thomas Meister, corporate communication manager dell’azienda: “si è trattato di un imperdonabile e personale errore degli addetti al check-in. EasyJet, infatti, non ha nel suo regolamento una sezione che riguardi il peso dei passeggeri. La compagnia si rammarica per quanto successo e informa che avvierà un’inchiesta interna per verificare le circostanze dell’accaduto”. Il manager Easyjet non riesce a capacitarsi dell’accaduto: “Non capisco come possa essere successo. La nostra compagnia non prevede alcuna condizione particolare relativa al peso dei passeggeri. Ci sono nei regolamenti indicazioni relative allo spazio tra gli appoggiamano dei sedili, che deve essere di 44 cm per garantire comfort ai viaggiatori, ma nessun riferimento al peso.”



La signora, che ora ha affidato la vicenda ai suoi legali, a proposito dell’umiliazione subita racconta: “Sono avvilita per il modo con cui sono stata trattata, per le parole usate dalla hostess, e questa prepotenza: mi volevano imporre di acquistare un altro biglietto senza avermi prima messa nelle condizioni di scegliere. E solo perché non rispondo ai loro canoni estetici”.