Farà anche sfoggio di precisione scientifica nelle ricerche su cui basa i suoi romanzi. Ma sembra proprio che Dan Brown non possa fare a meno di inserire qualche strafalcione nei suoi romanzi. Cosa non da poco per uno scrittore di romanzi che parte da eventi e personaggi storici per i suoi racconti fantastici. Ma la storia non ci sta: sono fatti non opinioni. Così il romanziere salito agli onori delle cronache con Il Codice da Vinci, seguito da un altro best seller, Angeli e demoni, viene colto in castagna dal “Daily Telegraph”. Nel nuovo libro, Il simbolo perduto, in Italia dal 23 ottobre prossimo, la dichiarazione di intenti iniziali sembra messa apposta per far cadere in trappola i lettori creduloni, che prendono per quasi veri i fatti raccontati: «Tutti i rituali, i fatti scientifici, le opere d’arte e i monumenti descritti in questo romanzo sono veri» (e una dichiarazione non molto diversa si era già letta all’inizio de Il Codice da Vinci).
Nel romanzo appena uscito il “Daily Telegraph” segnala due errori: in una scena, il protagonista Langdon guida verso nord dalla National Cathedral (a Washington) alle Kalorama Heights. Ma queste ultime si trovano a sud-est rispetto alla cattedrale. Seconda inesattezza: Brown sostiene che il Washington Monument rappresenti il punto più alto di tutta la città. Invece no: la torre della suddetta National Cathedral è più alta.
E gli ultimi due (non è detto che siano solo questi, una lettura più accurata potrebbe portarne a galla altri) si vanno a sommare agli errori precedenti, che il “Telegraph” fa ammontare a più di cinquanta, divisi in varie categorie. Tanto per fare qualche esempio limitandosi alla sezione storia: per Brown (Angeli e Demoni) Galileo Galilei era membro della società degli Illuminati. Peccato che questa società sia stata fondata in Baviera nel 1776 (essendo morto nel 1642, al massimo può essersi iscritto il suo fantasma). Ma è roba da niente rispetto a quando racconta degli innumerevoli musulmani decapitati durante le crociate dalle guardie svizzere. Le guardie svizzere sono state fondate nel 1506 l’ultima crociata è del 1270 (proprio ad essere buoni e contando la così detta crociata alessandrina si può arrivare al 1365).
Dan Brown riesce a essere sciatto anche quando deve limitarsi a citare due parole in italiano. Nella versione inglese di Angeli e Demoni un agente della polizia ordina a un sottoposto di accertarsi che non ci siano microspie in una determinata chiesa. E lo fa così: «spazzare di cappella». Non avete capito? Oppure avete pensato a un’inquietante doppio o triplo senso? Semplicemente Brown si è limitato ad una traduzione letterale dell’inglese «sweep» non sapendo che, in italiano, si usa il verbo bonificare e che, in italiano, la parola cappella è meglio tenerla lontano dal verbo scopare o spazzare. Fanno ancor più inorridire errori come il Rio della Plata collocato in Europa o Iside moglie di Ammone nella mitologia egizia.
Non resta che l’avvertenza ai lettori: se vi piace il thriller accattivante, leggete pure. Ma con una buona enciclopedia sul tavolino, giusto per non confondervi le idee.