«Italiani brava gente», «pizza, spaghetti e mandolino». E «mafia». Soprattutto la mafia. Questo, in particolare, ci fa andare su tutte le furie. E’ così che, tra l’irritazione e la rassegnazione, ci siamo ormai abituati ad esser salutati dagli altri Paesi. Certo, non siamo conosciuti solo per questo. Ci sono anche l’arte, la poesia, la letteratura, le bellezze della natura e quelle create dall’uomo: tutto ciò è ben noto al mondo intero. Ma, per una singolare legge della psiche umana, sono sempre le qualifiche negative a rimanere impresse nella mente. Gli stereotipi.
Del resto, non è che noi, nei confronti degli altri, ce ne siamo mai fatti mancare. Gli inglesi sono freddi e distaccati, i francesi nazionalisti e mangia-formaggio, i tedeschi malvestiti e maniaci dei wurstel. E si potrebbe andare avanti all’infinito. All’infinito, magari no. Dobbiamo però considerare non solo gli stereotipi del mondo nei confronti dell’Italia e quelli dell’Italia nei confronti del mondo. Ci sono anche quelli che da ciascun Paese si indirizzano agli altri Paesi. Si capisce che “l’incrocio dei dati” diventa di immane portata. C’è chi ne ha raccolti il maggior numero possibile, schematizzandoli in delle mappe. Le mappe degli stereotipi. E, da un’idea ironica e caustica ne ha tratto un business non indifferente.
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Yanko Tsvetkov, un disegnatore bulgaro residente a Londra, ha pensato bene di raccogliere tutte le dicerie possibili immaginabili che ogni Paese riserva ai propri vicini di casa e ha dato vita alle "Mappe degli stereotipi". Nelle sue cartine ciascun Paese è ribattezzato secondo i luoghi comuni con il quale è visto da un’altra nazione. «Ho creato – ha spiegato al Daily Telegraph di Londra – la prima mappa nel 2009 quando in Europa vi è stata la crisi energetica». Senza alcun intento affaristico, pare.
«L’ho fatto unicamente – continua – per far divertire i miei amici, ma dopo che ho messo le mappe sul mio sito web molte persone mi hanno fatto sapere che apprezzavano la mia ironia. Così ho deciso di concentrarmi sul progetto e ho mappato gli stereotipi basandomi sui luoghi comuni presenti negli stati europei. Sono rimasto davvero sorpreso dal successo e mai avrei pensato di riscuotere tanto entusiasmo». E in effetti, il suo sito internet, dove sono in vendita le magliette con disegnate le sue mappe, è stato visitato da ben mezzo miliardo di utenti.
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L’ITALIA E IL RESTO DEL MONDO – Si parte dall’Italia, e da come noi consideriamo gli altri Paesi. In realtà, l’arguzia maliziosa del disegnatore, alla nostra Penisola, riserva un trattamento di “favore”. A conoscenza, probabilmente, del nostro proverbiale campanilismo, coglie un punto di vista particolare. Quello del Nord Italia rispetto al resto del mondo. E del “resto”, per il nord, fa parte il sud. Il centro-sud diventa “Etiopia”, la Sicilia “Somalia”, la Sardegna “Berlusconia”. Passando ai vicini, la Corsica è “Francia”, la Francia diventa “L’impero di Carla Bruni”, e la Spagna – frutto della convinzione che gli iberici rappresentino i “cugini poveri” – un luogo dove si parlano “dialetti italiani”. Secondo Tsvetkov identifichiamo la Svizzera con gli orologi, la Germania come un popolo di “maniaci della precisione” mentre l’Austria come “L’impero perduto”. Scontiamo la nostra grande passione calcistica, e la Gran Bretagna coinciderebbe con lo stadio di Wembley, mentre l’Irlanda con il Rugby.
Sposandoci ad Est, i cliché si fanno decisamente più pesanti: l’Ungheria? E’ la “patria delle pornostar”. La Romania? Quella dei “ladri”. Dalla Bulgaria non provengono altro che “babysitter”, mentre i Paesi dell’ex Jugoslavia sono “terre inesplorate e sconosciute”. Ancora più a Est troviamo la Russia o – meglio – “Gazprom”, il colosso energetico dal quale proviene gran parte della nostra energia. La Polonia è l’unica a salvarsi: è “lo stato del Papa”, ad est della quale si trova la “Terra Incognita”, ovvero, la Bielorussia. In effetti, provate a chiedere a qualcuno cosa si trovi tra la Polonia e la Russia. I più risponderanno: “Nulla!”. Spostandoci nell’estremo nord europeo, troviamo la Svezia, “terra della Volvo”, la Finlandia la “terra del Nokia”, e la Danimarca, quella “dei Vichinghi”. L’Europa, infine. Del quale avremmo un concetto decisamente limitato. La identifichiamo, infatti in tutto e per tutto con il Belgio e la sua capitale Bruxelles.
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LA MAPPA DEGLI STEREOTIPI ITALIANI
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– Per i Francesi si sa: tutto ciò che ha valore ce l’ha nella misura in cui è più o meno francese. E così, Svizzera e Belgio sono “semi-francia”. Noi italiani, invece, “gente amichevole e rumorosa”. Poteva andarci peggio… I Greci, infatti, sono “gente rumorosa e cappellona”. Oltralpe considerano gli spagnoli “ballerini di Flamenco” e i portoghesi “alleati degli inglesi”. Pessima la nomea riservata agli inglesi: “assassini di vergini”. Va meglio agli irlandesi, “cattolici”.
Sull’onda della nostalgia dei gloriosi tempi che furono troviamo sul Nord Africa la chiosa: “La Francia era qui!”, mentre la Russia è catalogata come “il sogno di Napoleone”. I tedeschi sono i "migliori amici", gli austriaci gli “antichi arcinemici” e l’Ungheria semplicemente “il Paese di Sarkozy”. I Rumeni, poi, sono i “fratelli poveri”, i moldavi i “cugini poveri”, e i bulgari i… “poveri selvaggi”. “Non era forse in Russia”, si chiedono dell’Ungheria, mentre i paesi dell’ex Jugoslavia sono derubricati a “terre inesplorate”. Impietoso il giudizio sulla Turchia: “sicuramente non è Europa”. Passando, infine, all’estremo nord-europa, i norvegesi sono solamente “persone che amano il freddo”, gli svedesi “mangiatori di polpette” e i finlandesi “produttori di cellulari”.
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LA MAPPA DEGLI STEREOTIPI FRANCESI
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Gli inglesi non contemplano l’esistenza del mondo se non in rapporto a come il mondo possa soddisfare i propri bisogni. E così l’Europa “l’impero federato del male”, è suddiviso secondo un ottica colonialista. Non esistono Paesi, nazioni e confini. Solo macroaree indefinite. La Francia può andar bene per “fare shopping”, e il sud della Francia è “l’entroterra inglese”. In Germania si possono acquistare “farmaci”, in Austria “torte”, mentre nell’est europeo, a seconda della destinazione, “zuppe”, “birra” o “del porno”.
La Bielorussia, poi, è considerato uno stato insignificante e “toh! Un altro Paese!”, esclamano stupiti gli inglesi quando si imbattono nella Bielorussia. Ancora più a est, la Russia, “Grandi spendaccioni”, mentre la Turchia è un luogo dove non si “può mangiare il maiale”. E noi italiani? Siamo “uomini abbronzati dai capelli grigi”. Ancor più paradossale e pungente è il modo in cui i britannici considerano se stessi: “Il Regno quasi unito”. Del resto, gli irlandesi, sono dei miseri “furfanti”.
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LA MAPPA DEGLI STEREOTIPI INGLESI
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L’Unione Europea, in quanto istituzione, secondo il designer, ha un’idea piuttosto schematizzata del territorio in cui è compresa, e si concepisce come “l’unione degli agricoltori convenzionati”. Al suo interno, si trova la Svizzera. Nient’altro che “banca”. La Russia è “l’impero paranoico del petrolio”, la Tuchia la “terra dove non c’è Youtube”, mentre l’Ucraina è un “ladro di gas”. Tutto è interpretato cinicamente secondo l’utilità relativa alle risorse naturali. Non a caso, il mar Morto è il “Mare senza petrolio”. Gli Sloveni sono “i candidati all’Europa”. I Paesi dell’ex Jugoslavia, infine, snobbati con un semplice “Boh?”
LA MAPPA DEGLI STEREOTIPI DELL’UNIONE EUROPEA
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Ancora più semplicistica è la suddivisione dei Paesi europei dal punto di vista americano. Partendo dai Paesi più vicini agli Usa, il Portogallo equivale al Brasile, la Spagna al Messico. I Francesi sono “maleodoranti”, mentre gli italiani, manco a dirlo, mafiosi, anzi “padrini”. Gli inglesi, poi, per la noia e il sentore di antico che suscitano nel popolo americano sono delle “mummie”, mentre gli irlandesi fanno venire in mente “San Patrizio”. I Paesi slavi non sono nient’altro che la “residenza del male”, quelli scandinavi “l’unione socialista”. I russi, infine, come era prevedibile, sono tutti “comunisti”.
LA MAPPA DEGLI STEREOTIPI AMERICANI NEI CONFRONTI DELL’EUROPA
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Come ci considerano gli altri Paesi europei e come considerano le altre nazioni? Tra gli stereotipi più divertenti, quelli della Bulgaria, per cui non saremmo altro che “la terra degli spaghetti”, mentre i francesi “produttori di formaggi e altri profumi” e la Russia “il Grande Fratello; la Germania, guarda caso, si ricorda di noi per la pizza e i musei, mentre reputa il Portogallo “Oceania e la Svezia patria dell’Ikea; per la Polonia siamo il Paese della Chiesa Cattolica, al contrario dell’Inghilterra: “atei traditori”; La Russia, infine. Per i cosacchi, non siamo altro che uno “Shopping center”.