L’ospitalità in Giappone è una tradizione molto antica, i cui riti rimasti immutati nei secoli sono in grado di affascinare i visitatori occidentali. Non a caso, il più antico albergo nel mondo si trova proprio in Giappone, e in 1300 anni non ha mai cessato l’attività. Da 46 generazioni è gestito sempre dalla stessa famiglia.



L’hotel si chiama Hoshi ed è un «ryokan», cioè un albergo tradizionale giapponese in provincia di Ishikawa nella regione di Hokuriku. Fondato nel 718, è l’hotel più antico del mondo ancora in attività e in quanto tale è stato inserito nel Guinness dei primati. Un riconoscimento arrivato nel 2006 dopo la liquidazione del Kongo Gumi, che risaliva addirittura al 578. L’Hoshi Ryokan è gestito dalla stessa famiglia da 46 generazioni ed è la più antica azienda al mondo ancora in attività. Ha cento camere in stile giapponese, un residence privato per gli ospiti e bagni all’aperto alimentati da una sorgente bollente.



Grazie alle elevate temperature raggiunte dall’acqua, che scaturisce dalle cavità sotterranee, è possibile fare il bagno all’aperto anche in inverno, in un panorama completamente innevato. La prima volta in cui la sorgente bollente è scaturita dalla terra è stato appunto 1.300 anni fa, e da allora rende piacevoli i bagni dei clienti dell’Hoshi Ryokan rilassando le loro menti e i loro corpi. La storia millenaria dell’albergo giapponese è iniziata quando il gran maestro del buddismo Taicho Daishi, guidato da un taglialegna di nome Gengoro Sasakiri, si è inerpicato sul monte Hakusan, una montagna sacra completamente isolata per meditare. LA



Durante la veglia notturna, mentre Taicho era addormentato, la divinità del monte Hakusan gli apparve in sogno e gli confidò: «Ai piedi della montagna giace un villaggio chiamato Awazu. Lì troverai una sorgente sotterranea di acqua bollente con poteri curativi miracolosi donati dal divino guaritore Yakushi Nyorai. Gli abitanti del villaggio non conoscono questo dono. Scendi dalla montagna e recati ad Awazu.

Con i residenti del Paese scava fino a trovare la sorgente bollente e questa rimarrà a servirli per sempre». Il gran maestro Taicho fece come gli era stato detto nel sogno, scavò con le mani e l’acqua scaturì dalle profondità sotterranee. Fu così nominato sacro guardiano del luogo, ebbe un figlio che chiamò come lui e per le 46 generazioni successive la sua famiglia si è tramandata l’Hoshi Ryokan.

Entrando a far parte dell’esclusiva associazione Henokiens, ovvero di quelle società bicentenarie tuttora di proprietà o gestite dai discendenti dei loro fondatori. Oggi al centro dell’Hoshi ci sono ancora la sorgente calda e il masso, reso lucido da secoli di pioggia, su cui sedette il patriarca Taicho. Le costruzioni circostanti sono state costruite in puro classico stile giapponese.

Oggi l’albergo vanta 100 camere e può ospitare fino a 450 persone. Chi vuole soggiornarvi entrando si deve dimenticare l’Occidente e accettare il più rigoroso rituale di vita giapponese: tempietti votivi, alberi di pesco, laghetti popolati di pesci, i classici finestroni dagli schermi opachi, i fiori disposti con l’arte dell’ikebana e bellissimi tappeti. All’arrivo il nuovo ospite viene rivestito con un «Yukata», il tradizionale kimono di cotone giapponese e viene condotto alla cerimonia del tè.

Delizioso è il rituale del bagno del mattino, immersi nella vasca del giardino irrorata dall’acqua calda della fonte. I pasti sono tutti di stretta cucina giapponese e da gustare serviti nelle camere. Il Hoshi Ryokan si raggiunge da Tokio prendendo il treno per Kanazawa, quindi la coincidenza per Awazu e una decina di minuti di auto.

 

La tipologia di alberghi cui appartiene l’Hoshi, il Ryokan, è diventato un’istituzione comune in Giappone durante il periodo Edo (1603-1868), quando ospitavano i viaggiatori lungo le strade giapponesi. Di solito sono dotati di camere decorate con i tatami, bagni comuni e altre aree aperte a tutti dove i visitatori possono indossare la yukata, cioè l’indumento estivo tradizionale cinese, e parlare con il proprietario.

L’Hoshi Ryokan si è evoluto nei secoli. Per rilassarsi, gli ospiti possono camminare attraverso i giardini tradizionali giapponesi o scivolare nei loro Yukata, un kimono in cotone messo a disposizione dopo essere stato immerso nelle sorgenti bollenti sia all’interno sia all’esterno del Ryokan. L’attuale proprietario si chiama Zengoro Hoshi. Seguendo la sua idea, ogni stanza dell’hotel è stata chiamata con un nome poetico.

(Pietro Vernizzi)