Uno studente di 20 anni è rimasto ucciso in un assurdo incidente mentre riprendeva una partita di football americano. La sua vicenda ha sconvolto gli Usa quando si è saputo che il ragazzo solo pochi minuti prima aveva «predetto» la sua morte in un messaggio pubblicato su Twitter. La giovane vittima si chiama Declan Sullivan ed era una matricola alla Notre Dame University, in Indiana. Il 20enne è morto quando la torre video dalla quale stava girando il filmato è stata colpita da una forte raffica di vento. Sullivan in quel momento stava riprendendo gli allenamenti della squadra di football della sua università. E aveva postato una serie di messaggi su Twitter in cui, anche se forse con l’intento di scherzare, aveva di fatto profetizzato la sua morte.



Alle 15.22 infatti un suo tweet dichiarava: «Folate di vento a oltre 60 miglia orarie… Bene, oggi ci sarà da divertirsi a lavorare… Scommetto che ormai ho vissuto abbastanza a lungo». E alle 16.06 ha aggiunto, sempre sul suo account di Twitter: «Mio Dio, mio Dio, tutto questo è terrificante». Lo studente, proveniente da Long Grove, città dell’Illinois, ha subito delle ferite risultate mortali quando la torre è crollata intorno alle 16.50. E’ stato portato in fretta e furia dal centro sportivo «LaBar» in un ospedale della città di South Bend, ma i medici non sono stati in grado di salvarlo a causa delle sue gravi condizioni.



 

L’allenatore della squadra di football, Brian Kelly, ha commentato la morte di Sullivan dichiarando al quotidiano inglese «Daily Mail»: «I nostri pensieri e le nostre preghiere vanno alla famiglia e agli amici di Declan. Era uno studente diligente che lavorava nella nostra squadra video e aveva una straordinaria personalità e un grande senso dell’umorismo. Ha illuminato i giorni di tutti coloro che hanno avuto il privilegio di lavorare insieme a lui e la famiglia del football della Notre Dame University sente profondamente la sua mancanza». Gli studenti e i docenti della facoltà hanno espresso la loro incredulità per il fatto che qualcuno avesse ricevuto il permesso di salire sulla torre per le telecamere con folate di vento così forti. Andrew Seroff, 21 anni, studente all’università dell’Indiana, ha dichiarato al quotidiano «Huffington Post»: «Questa tragedia poteva quasi certamente essere evitata».



 

Il giorno precedente l’incidente, Kelly aveva tenuto allenamenti al coperto dopo un’allerta tornado legata al ciclone dei Grandi laghi, ma nonostante simili condizioni di vento la squadra ha poi ripreso gli allenamenti all’aperto. I venti nell’area stavano tirando raffiche da 51 miglia orarie al momento dell’incidente, secondo il Servizio meteorologico nazionale. Jacob Swarbrick, il direttore atletico dell’università, ha dichiarato al New York Times di avere aperto un’indagine sull’incidente e di essere intenzionato a scoprire se Sullivan avesse espresso la sua preoccupazione per le condizioni meteo al coordinatore della squadra video.

 

 
Brian Smith, un giocatore della squadra di football della Notre Dame University, ha postato sulla sua pagina di Twitter: «Nel mezzo di una stagione durante la quale sei scontento per i risultati… puoi perdere di vista che cosa è più importante. E’ stata una giornata di allenamenti triste. Non la dimenticherò mai». La squadra dell’università, conosciuta come «The Fighting Irish», sabato ha giocato contro i Tulsa. I giocatori dopo la morte di Sullivan hanno cancellato tutte le interviste del dopo-allenamento. Swarbrick ha aggiunto che le condizioni del tempo sul campo di football erano «inappuntabili», prima che «una folata di vento abbastanza straordinaria» abbia fatto crollare la torre.

 

E come riferisce il «Chicago Sun-Times», nel corso di una conferenza stampa Swarbrick ha dichiarato di non sapere chi abbia preso la decisione di tenere gli allenamenti all’aperto e di avere spedito Sullivan e un altro cameraman su due diverse torri video nel corso della seconda giornata di una tempesta di vento che ha colpito il Midwest americano con velocità superiori alle 50 miglia orarie. Swarbrick ha dichiarato che le indagini in corso, che coinvolgono la polizia interna al campus di Notre Dame, il personale universitario e l’Ufficio di Sicurezza e Salute dell’Indiana, potrebbero rispondere alla domanda chiave che incombe sulla morte di Sullivan. «Ci stiamo impegnando in primo luogo e come cosa più importante a condurre un’indagine assolutamente accurata e completa», ha dichiarato Swarbrick.

 

 
E sempre secondo Swarbrick, «c’è ancora molto da scoprire, e lo faremo in modo rapido. Ma le indagini prenderanno tutto il tempo necessario per renderci sicuri del fatto che riusciremo a capire tutte le dinamiche implicate in quanto è accaduto. E’ questo ciò a cui è finalizzata l’inchiesta. E lasceremo che prenda il suo corso in modo da consentirci di capire realmente che cosa è accaduto, imparare da questo e andare avanti». Lo zio di Sullivan, Mike Miley, ha dichiarato che la famiglia ha molte domande sull’incidente. Non è chiaro in particolare chi abbia autorizzato Sullivan a salire sulla piattaforma per registrare gli allenamenti, ma Swarbrick ha dichiarato che la decisione di allenarsi all’esterno era stata lasciata ai singoli docenti dell’università. In quanto studente lavoratore, Sullivan faceva riferimento a un coordinatore video associato alla squadra di football.

 

(Pietro Vernizzi)