La cultura, l’economia, il Pil e le aziende; e ancora, le eccellenze, le industrie i talenti,o le piccole e medie imprese: queste le prime parole che vengono in mente, se si pensa alla ricchezza dell’Italia. Eppure, la Penisola, racchiude ben altri valori, una ricchezza ancora più importante di quelle sopraelencate, che qualcuno definisce “tesori”: sono i ragazzi, i giovani, la reale ricchezza per il presente ma, soprattutto, per il suo futuro di tutti. Così li intende Save the Children che ha presentato oggi, preso la Banca d’Italia, la prima delle mappe de “L’isola dei tesori. Atlante dell’infanzia (a rischio) in Italia”, assieme al proprio sito interattivo www.atlanteminori.it.
Lo ha fatto in occasione della prima giornata per l’infanzia, fornendo i dati sulla presenza dei minori nel nostro Paese, la percentuale sul totale della popolazione, la spesa per la loro istruzione, il loro grado di alfabetizzazione e la percentuale di under 18 nati da immigrati. Il tutto, suddiviso Provincia per Provincia. Vien da chiedersi: “Perché, proprio presso la Banca d’Italia?”. Ha risposto Valerio Neri, Direttore Generale Save the Children Italia, che spiega: «Il lancio dell’Atlante a pochi giorni dalla Giornata dell’Infanzia e presso un’istituzione così importante come la Banca d’Italia, non è casuale. La Banca d’Italia per statuto e missione protegge e governa il “tesoro” economico-finanziario italiano: dunque c’è sembrato di grande forza simbolica l’idea di presentare presso questa sede istituzionale il nostro Atlante del tesoro umano e futuro d’Italia». E ha aggiunto: «Gli oltre 10 milioni di bambini che vivono sul suolo italiano, sono la riserva aurea nazionale che l’Atlante di Save the Children riporta allo scoperto»..
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E così, scopriamo che le province italiane più giovani risiedono al Sud. Lì, infatti, la percentuale di minori sul totale degli abitanti è superiore rispetto ad ogni altra parte d’Italia. In vetta alla classifica, si piazza Napoli, con quasi il 22 per cento di giovani sul totale dei cittadini. Le medaglia d’argento spetta a Caserta, con il 21,3 per cento, quella di bronzo – a pari merito – a Caltanissetta, Crotone e Catania, con il 20 per cento. Se ci spostiamo al nord, le percentuali calano drasticamente, con, unica eccezione che conferma la regola, Bolzano, dove gli under 18 rappresentano il 20 per cento sul totale dei suoi cittadini. Agli antipodi della classifica, si trova Ferrara, sul cui suolo risiede la percentuale più bassa di bambini del nostro Paese, il 12,6 per cento del totale. Dato, curiosamente, più basso di quello di Genova che, infatti, si attesta sul 13,7 per cento. Nonostante, nell’immaginario collettivo, sia da sempre ritenuta la Provincia anziana per eccellenza. Tra Genova e Ferrara, poi, si piazzano Trieste (15,5%), Savona (13,5%), Alessandria (13,5%), La Spezia (13,6%), e Rovigo (13,7%).
Veniamo ai dati in assoluto. Se Napoli è la provincia con il più alto rapporto bambini/popolazione, il vero “forziere d’Italia”, così come lo intende Save The Children, è la provincia di Roma. Sul territorio capitolino e nei suoi dintorni, infatti, sono ben 697.387 i minori. Napoli, in ogni caso, non è stata “scalzata” con disonore. La provincia partenopea, infatti, si attesta al secondo posto della classifica che contempla i valori assoluti, con 671.000 minori. A sorpresa, troviamo sul podio anche città del nord. Milano, con 636.610 under 18, è terza, seguita, subito dopo da Torino, con 351.566. L’Atlante rivela che gran parte dei bambini e degli adolescenti si trova in una delle grandi aree urbane. 1 minore su 7 abita in una delle dodici città con una popolazione superiore ai 250 mila abitanti, e tra questi uno su tre vive a Roma. Nel nostro Paese,poi, complessivamente, i minori sono più di dieci milioni.
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Il tesoro italiano, poi, è stato notevolmente arricchito dagli stranieri che hanno portato in dote al nostro Paese ben 932.000 i minori, tanti sono i residenti. Tra costoro, più della metà, 6 su 10, sono giovani di seconda generazioni, ovvero nati in Italia. La più alta percentuale di giovani di seconda generazione in Italia è a Prato, dove sono il 19,7% sul totale della sua popolazione straniera. Seguono Mantova (17,2%), Cremona (17%), Brescia e Reggio Emilia (16,9%); al Sud Trapani (14,2%) e Palermo (12,7%). I minori immigrati o figli di immigrati, in generale, invece, hanno in Cremona la loro città “ideale”, dove sono il 27,6 per cento della popolazione straniera. Seguono Lodi (27,3%), Brescia (27,2%), Mantova (27%) e Bergamo (26,9%). Ultima provincia italiana, per numero di minori sulla popolazione straniera, è Ogliastra, con il 15,1 per cento.
Si tratta di un dato tutt’altro che da sottovalutare. Senza il contributo straniero nel 2009 il bilancio italiano tra nascite e morti, sarebbe stato negativo. Le donne immigrate, infatti, in media fanno più figli di quelle italiane: 2,05 contro 1,33. E, nel 2009, hanno dato alla luce ben 100mila bambini. Tale dato si riflette anche nella percentuale di minori tra gli italiani e tra gli stranieri: nel primo caso sono il 16,9 per cento, nel secondo il 22. Una curiosità, infine: tra i nomi italiani più gettonati dai genitori non italiani per i propri figli, troviamo Alessia, Giulia e Sofia per le bambine; Matteo e Alessandro per i bambini. I nomi stranieri più comuni dati ai propri figli sono, invece, Aya, Malak e Hiba per le femmine; Adam, Mohammed, Rayan, Omar, Cristian, Kevin e Youssef .