Terremoti, uragani, eruzioni vulcaniche, tsunami, crolli di dighe. Quali sono state le catastrofi naturali in grado di causare il maggior numero di vittime? Non è semplice stilare una classifica, in quanto non sempre il bilancio di queste tragedie è preciso, soprattutto per quanto riguarda gli eventi più lontani nel tempo. Mettendo a confronto le varie fonti, Ilsussidiario.net ha però individuato 14 disastri naturali particolarmente catastrofici, di cui sette nell’ultimo decennio e sette dall’inizio della storia dell’umanità. Eccoli in ordine dal più recente al più antico.



TERREMOTO IN INDONESIA (2010) – Il 25 ottobre scorso la costa occidentale dell’isola indonesiana di Sumatra è stata colpita da un terremoto di magnitudo 7,7. La scossa è stata prodotta dalla stessa faglia che nel 2004 aveva provocato lo tsunami nell’Oceano Indiano. E’ stata avvertita distintamente nelle province di Bengkulu e Sumatra Occidentale, provocando uno tsunami di dimensioni più ridotte che ha colpito le isole Mentawai. A subirne le conseguenze sono stati numerosi villaggi costieri. L’altezza dell’onda anomala era di soli tre metri, ma è stata in grado di spazzare via tutto quello che ha trovato sulla terraferma fino a 600 metri dalla riva. Causando distruzioni su un’area molto ampia e lasciando senza una casa 20mila persone. In tutto i morti sono stati 435, cui vanno aggiunti 100 dispersi.
 



URAGANO AGATHA (2010) – Il ciclone tropicale Agatha ha colpito il Centro America il 29 e il 30 maggio scorsi. Ha provocato 317 morti e danni pari a 1,1 miliardi di dollari. Causando tra l’altro un’enorme voragine nel terreno a Città del Guatemala, dove sono morte 152 persone mentre altre 100 sono rimaste disperse.
 

 

 

TERREMOTO DELL’AQUILA (2009) – La scossa principale del terremoto dell’Aquila è stata registrata il 6 aprile 2009, con un’intensità pari a 5,9 gradi della scala Richter, magnitudo 6,3 ed epicentro nella città abruzzese. Il bilancio definitivo è di 308 morti, circa 1.600 feriti di cui 200 gravi e 65mila sfollati. Tra gli edifici più importanti che sono crollati in città ci sono la Prefettura, la cupola della chiesa delle Anime Sante, una parte della Casa dello Studente, il Dipartimento di Storia e il Polo d’Ingegneria dell’Università dell’Aquila e l’hotel Duca degli Abruzzi.
 



CICLONE NARGIS (2008) – Tra la fine di aprile e l’inizio di maggio 2008, il ciclone Nargis ha colpito Sri Lanka e Birmania (oggi ribattezzata Myanmar). In Sri Lanka l’inondazione ha causato frane in dieci distretti, mentre in Birmania ha colpito la città di Bogale falciando oltre 10mila vite umane. Il ciclone ha provocato circa 10 miliardi di dollari di danni e oltre 135mila morti con oltre 50mila dispersi.
 

URAGANO KATRINA (2005) – Il 29 agosto 2005 l’uragano Katrina ha colpito la Louisiana, e in particolare New Orleans dove l’80% della città è stata inondata perché il sistema di protezione contro le alluvioni si è rotto in oltre 50 punti. L’uragano ha causato oltre 80 miliardi di dollari di danni e ben 1.800 persone sono morte, cui si aggiungono altre 700 vittime ancora ufficialmente annoverate tra i dispersi.
 

 

 

TSUNAMI NELL’OCEANO INDIANO (2004) – Il 26 dicembre 2004 un terremoto di magnitudo 9,3 ha innescato uno tsunami che ha ucciso oltre 225mila persone in 11 Paesi. Le ondate che hanno colpito le coste in alcune aree erano alte ben 30 metri. E la comunità internazionale è rimasta così impressionata, che ben 7 miliardi di dollari sono stati donati in aiuti umanitari.
 

TERREMOTO IN IRAN (2003) – Il terremoto di Bam del 26 dicembre 2003 ha colpito l’Iran con una magnitudo di intensità 6,6. Il bilancio è stato di 26.271 morti e 30mila feriti. E gli effetti distruttivi del sisma sono stati molto gravi anche a causa dell’utilizzo di mattoni di fango, o comunque di materiali di qualità costruttiva scarsa, in buona parte delle città circostanti.
 

VULCANO NEVADO DEL RUIZ (1985) – Il 13 novembre 1985, il vulcano colombiano Nevado del Ruiz eruttò dopo essere rimasto dormiente per quasi 150 anni. E benché i geologi avessero avvertire le autorità di un’eruzione imminente, il governo non li ascoltarono e si rifiutarono di evacuare la città di Armero dove in seguito all’eruzione morirono 20mila dei 29mila abitanti. L’eruzione costò alla Colombia 7,7 miliardi di dollari.
 

TERREMOTO DI TANGSHAN (1976) – Il 28 giugno 1976, un terremoto di magnitudo 7,8 colpì la Cina con epicentro vicino a Tangshan nell’Hebei. Il governo cinese inizialmente dichiarò che il bilancio delle vittime era di oltre 650mila persone, ma in seguito lo cambiarono, sostenendo che i morti erano stati circa 250mila e 160mila i feriti gravi.
 

 

 

CROLLO DELLA DIGA DI BANQIAO (1975) – La diga fu costruita nei primi anni ’50 e fu progettata in modo tale da far fronte a precipitazioni di 30 centimetri al giorno, ma nell’agosto 1975 la pioggia superò i 102 centimetri al giorno. E questo fece crollare la diga. Le acque formarono quindi un’enorme onda larga 10 chilometri e alta tra tre e sette metri. E l’inondazione causò 150mila morti e fece crollare quasi sei milioni di edifici.
 

CICLONE DI BHOLA (1970) – Il 12 novembre 1970 un ciclone colpì il Bangladesh che all’epoca faceva ancora parte del Pakistan. Fu il ciclone ad avere provocato più vittime nella storia: si stima che il bilancio sia di 500mila vittime. Le conseguenze della perturbazione portarono il governo a perdere il controllo dell’area, e questo diede alla guerra di Liberazione del Bangladesh dall’oppressione pakistana, che portò in breve tempo alla creazione del nuovo Stato.
 

INONDAZIONE DELLA CINA (1931) – Nell’inverno del 1930 la Cina fu colpita da pensanti tempeste di neve. Quando nella primavera del 1931 si sciolsero, questo fece alzare i livelli dei fiumi . E quando in luglio piovve in modo continuo, con ben sette cicloni consecutivi, i fiumi iniziarono ad allagare la Cina. A straripare furono i fiumi Giallo, Yangtze e Huai. I danni causati dagli allagamenti furono indescrivibili e il bilancio delle vittime oscilla tra 400mila e 4 milioni.
 

TERREMOTO NELLO SHAANXI (1556) – Il 23 gennaio 1556 un terremoto cancellò un’area ampia 840 chilometri quadrati coinvolgendo ben 90 province nella provincia cinese dello Shaanxi. Le vittime stimate sono state circa 800mila, e la maggioranza era composta da persone che vivevano nelle yaodong, grotte artificiali scavate nelle colline che crollarono durante il sisma.
 

VESUVIO (79) – Il 24 e 25 agosto del 79 dopo Cristo il Vesuvio si risvegliò. L’eruzione durò 18-20 ore e produsse una pioggia di rocce vulcaniche che ricoprì la città di Pompei, distrusse la città di Ercolano e uccise oltre 25mila persone.
 

(Pietro Vernizzi)