L’ideatrice della “terapia del deserto” è Carla Perrotti. Giornalista milanese con una esperienza ventennale di viaggi e spedizioni nei luoghi più selvaggi del mondo. Ma soprattutto con una grande passione per i deserti africani. Carla Perrotti è stata la prima donna ad attraversare da sola con i Tuareg il deserto nigeriano, nell’ottobre 1991.



Qualche anno dopo ha doppiato con una impresa ancor più dura, la traversata in solitario a piedi del Salar de Uyuni in Bolivia il più vasto bacino salato della terra, a 3.700 metri di altezza. Da queste esperienze straordinarie, Carla Perrotti ha evidentemente tratto dei benefici, tanto da aver pensato a una vera e propria terapia del deserto, la Desert Therapy.



“Tra le dune la solitudine è così profonda che si è costretti a fare i conti con se stessi. Più che un viaggio è un itinerario dell’anima da cui si esce rigenerati” ha spiegato. In un’epoca dove lo stress della vita moderna raggiunge livelli a volte anche micidiali per la mente e il corpo, forse una bella fuga nel deserto può essere davvero ciò di cui abbiamo bisogno.

Ormai anche i luoghi di villeggiatura sono diventati affollati come un sabato pomeriggio al centro commerciale. Se non si è ricchi abbastanza da possedere una atollo del Pacifico come certi attori hollywoodiani, i posti al mondo dove poter godere di solitudine, relax autentico, pace, sono davvero pochi.



Uno di questi è senz’altro il deserto. D’altro canto qui trovavano rifugio per la contemplazione già gli eremiti dei primi secoli dopo Cristo. Evidentemente anche allora la società era motivo di stress. La terapia del deserto può essere declinata in vari modi, a seconda del tempo a disposizione, dei soldi e del bisogno di fuga dal rumore.

– Per iniziare, specie per chi non ha dimestichezza con un luogo comunque selvaggio e soprattutto caldo, molto caldo, come è il deserto, si può andare nel vicino Sahara. Mete consigliate: l’Egitto, l’Algeria, la Libia, il Marocco e la Tunisia. Questi posti, oltre al deserto, offrono anche straordinari monumenti immersi nelle sabbie, spettacolari ambienti naturali, rinfrescanti oasi.

Un percorso consigliato è ad esempio quello di Tozeur nel Sahara tunisino. Qui c’è un’oasi, mille ettari di palmeto, circa 40mila alberi, 200 sorgenti d’acqua con un sistema di canali costruiti già nel Tredicesimo secolo dal matematico e ingegnere Ibn Chabbat. Questa oasi è già un paradiso del relax, ma per chi voglia sfidare se stesso, allora si può partire per il deserto vero e proprio lì intorno. Da Tozeur infatti s organizzano uscite della durata di quattro o cinque giorni con una o anche due notti nel Grande Erg, la parte più profonda del Sahara algerino.

 

 

Si può dormire nell’eco-abitazione che si trova nell’oasi di Dar Horcani, costruita attorno a una sorgente di acqua sulfurea che sgorga a 74 gradi di temperatura. Proseguendo, si arriva alla cosiddetta “porta del Sahara”, la cittadina di Douz. Dalla strada si passa alle piste le dune diventano sempre più alte, la sabbia sempre più rossa.

Ecco la montagna di Timbaine, sorta di anfiteatro naturale. Prenotando ci si può poi recare al Parco Nazionale di Jbil, riserva naturale di 150.000 ettari. Quindi la sosta notturna a Camp Mars, dove ci sono 35 tende dotate di speciali suite con doccia esterna. Si cena a thè verde e champagne mangiando agnello cotto in otri di terracotta sotto le ceneri il tutto con vista sulle dune. Per chi decide di fare due notti nel deserto, il programma include anche gite con il dromedario o a cavallo.

Le gite prevedono mete come Ong El Jemal, un promontorio roccioso a forma di collo di cammello (da cui il nome) con una vista panoramica sul deserto. Questa zona è stata la location per film come Il paziente inglese e poco distante c’è il villaggio dove fu girato parte del primo Guerre Stellari.

 

Chi ha mezzi economici più ampi e più tempo a disposizione può recarsi in Sudamerica. Anche qui abbiamo infatti i deserti. In Brasile, ecco il Parco di Lencois Maranhenses, denonimato il Sahara brasiliano. Si tratta di 1500 chilometri quadrati fatto di oceani di dune di sabbia bianca alte anche 30 metri.

Ci sono anche laghi di acqua pura. Sempre in Sudamerica, c’è il deserto di Uyuni, un deserto di sale largo 12mila chilometri quadrati a una altezza di 3600 metri. Ancora più lontano: in Cina ecco il deserto di Taklamakan, il deserto di Simpson in Australia e il deserto di Kalahari nel Botswana africano. Quest’ultimo è un deserto di sabbia rossa con riserve d’acqua salina.

Tornando vicino a casa, pochi sanno che nella deliziosa Corsica c’è un territorio poco alquanto ostico da affrontare, ma altrettanto affascinante. E’ il deserto delle Agriate, nella parte settentrionale dell’isola. Un luogo perfetto per il silenzio contemplativo.