Roma, la Città eterna, densa di suggestioni storiche e architettoniche, monumenti e pezzi di antichità di tal misura e bellezza da rendere vano il paragone con qualunque altro posto al mondo. Ovunque ci si aggiri, c’è qualcosa che val la pena vedere, che rapisce e ci fa soffermare incantati con il naso all’insù. E i romani, poi: alcuni li criticano, ma chi metterebbe in dubbio la loro cordialità e simpatia, la capacità di sdrammatizzare e l’apertura verso i foresti? L’ospitalità, soprattutto, emblema di un popolo che conquistò e tramutò radicalmente l’allora mondo conosciuto. E invece no. Crolla un mito. La tanto celebrata ospitalità capitolina ha ceduto il passo alle ragioni del denaro, sprofondando sotto il peso un bilancio in dissesto.



Il Comune, come era stato annunciato – ma nessuno pensava realmente che si sarebbe andati fino in fondo – ha approvato la famigerata tassa sul soggiorno. I “congiurati”, riunitisi nottetempo, al riparo da occhi indiscreti, hanno decretato la morte dell’istinto di accoglienza dei romani. E’ un caso, ma la modalità con la quale è stato approvato il provvedimento, evoca questa immagine. Il via libera dall’amministrazione comunale è, infatti, arrivato attorno alle 3 di notte. La tarda ora, in realtà, è dipesa dalle numerose votazioni che si sono succedute in seguito agli emendamenti presentati dall’opposizione. Il provvedimento, in ogni caso è passato, con 22 voti favorevoli su 31 presenti.



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E’ UNA TASSA OPPURE NO? – Immediato il tentativo di indorare la pillola. La tassa è stata prontamente, infatti, ribattezzata “contributo di soggiorno”. Come dire: “chi viene a Roma, dovrebbe essere ben felice di pagare per farlo”. Di fatto, in ogni caso, è una tassa vera e propria. Prevede pagamenti che vanno da 1 a 10 euro per i non romani che intendano pernottare nella Capitale. Ad aprire il portafoglio, tutti i turisti che soggiorneranno in alberghi o camping, che accederanno agli stabilimenti di Ostia, che prenderanno un “bus sightseeing” o un battello sul Tevere.



 

 

In sostanza: volete trascorrere la vostre vacanze romane in un hotel a 2 o 3 stelle, presso un affittacamere, in un Bed & Breakfast o in un agriturismo? Oltre al costo del pernottamento vi toccherà sganciare 2 euro, per un massimo di dieci giorni. Salgono le stelle e aumenta la tassa: 3 euro per gli alberghi a 4 o 5 stelle, fino a un massimo di 10 per gli extra lusso. Dovrete sborsare, invece, un ero in più per prendere un bus sightseeing o un battello sul Tevere. Stessa cifra per quanto riguardo la permanenza in un campeggio o se intendete frequentare uno stabilimento di Ostia. L’obolo sarà versato all’entrata e l’esercente verserà il contributo nelle casse della Capitale.

 

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– Saranno graziati tutti quei turisti o studenti che albergheranno in un ostello. Esenti anche i cittadini di Roma che passeranno la notte in un Hotel, i turisti malati che visitano Roma per affrontare particolari terapie e, laddove siano i bimbi ad essere malati, neanche i genitori dovranno ossequiare il provvedimento. Un emendamento rispetto al testo originale, poi, prevede l’esenzione anche ai bambini fino a 10 anni.

Il Campidoglio ha approvato il provvedimento recependo il decreto legge 78/2010 e la delibera 677/2010: con questi, la scorsa primavera, si introduceva, per il Comune di Roma Capitale, la possibilità di utilizzare un contributo di soggiorno per consentire la tenuta in ordine del bilancio. Il Comune, con la manovra, spera di incassare circa 82 milioni di euro. Il nuovo introito sarà formalmente quantificato e messo a bilancio nella manovra di Bilancio previsionale 2011, a inizio anno. Sarà reinvestito per promuovere Roma nei confronti del mondo e per incrementare l’afflusso turistico.

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La maggioranza, ovviamente, si mostra entusiasta dell’iniziativa: «Dopo mesi di concertazione – dice il vicesindaco Mauro Cutrufo – si è approvato definitivamente il regolamento e dal primo gennaio partirà il contributo di soggiorno». Secondo Cutrufo è un fatto epocale perché per la prima volta gli ospiti della Capitale, che sono più di dodici milioni, lasceranno un contributo, cosiddetto di soggiorno, per aiutare a sostenere i servizi della città, anche a loro dedicati». Del resto, un’imposta del genere, sarebbe «pratica comune in quasi tutti i Paesi del mondo» aggiunge, assicurando che «non arrecherà danni al turismo che viceversa per quanto riguarda la Capitale continua ad avere decisamente il segno positivo, in controtendenza con altri luoghi europei ed italiani».

 

Non la pensano allo stesso modo le associazioni dei consumatori. «Sarà un duro colpo al settore, è obsoleta e causerà un calo di presenze fino al 7% e del 15-20% sul litorale romano», ha lamentato l’Adoc.

Pareri contrari giungono anche da chi fa parte dello stesso schieramento della maggioranza comunale. Il Ministro del Turismo, Michele Vittoria Brambilla ha manifestato, infatti, la sua «assoluta contrarietà» al provvedimento.