La “donna a raggi X” racconta la sua storia straordinaria. Da 32 anni vede attraverso i corpi delle persone, dopo uno shock provocato da una violenta scossa elettrica che l’ha ridotta in fin di vita. Julia Vorobjova, 70 anni, residente a Donetsk in Ucraina, è in grado di vedere e prevedere le malattie delle persone con un solo sguardo, in grado di “trapassarne” gli organi e cogliere all’istante patologie e malfunzionamenti. Talora in anticipo rispetto al loro effettivo decorso.
Una storia paranormale rilanciata agli onori delle cronache da un articolo di Nicola Lombardozzi pubblicato su Repubblica di venerdì, che rivela come personaggi illustri abbiano fatto visita alla donna nella sua città natale per ascoltarne “responso”. Membri del Politburo dell’Unione Sovietica come lo stesso Breznev, e il suo successore alla guida del Pcus, Jurii Andropov. E poi Boris Eltsin, Mikhail Gorbaciov e la sua consorte Raissa. Dalla Francia sono giunti Francois Mitterand e la signora, ma da Roma il Papa Giovanni Paolo II che non ha disdegnato di essere monitorato dagli occhi ai raggi X di Julia Vorobjova. Numerosi gli astronauti russi venuto fino a Donetsk, al punto che la visita da Julia è stata inserita tra i riti scaramantici che precedono ogni lancio.
Oggi la 70enne è malata e priva di una pensione dignitosa. In un’intervista al quotidiano russo “MK”, Vorobjova ha rivelato che il dono sorprendente di cui dispone si è manifestato dopo avere rischiato di morire per una scarica da 380 volt mentre lavorava in miniera guidando una gru. Era il 3 marzo 1978 e fu subito dichiarato il decesso della donna. Portata in obitorio, è stata affidata a degli studenti di medicina che la hanno amputato l’alluce, accorgendosi così che era ancora viva. E dopo un anno di coma, si è risvegliata e si è accorta che qualcosa nella sua vista era cambiato. Al punto che il Kgb l’ha arruolata nel segretissimo “Dipartimento 90”, che si occupa di scienza e ricerca.
“Un tempo, dopo ogni articolo che mi riguardava davanti al mio ingresso c’era la fila – rivela Julia Vorobjova nell’intervista a “MK” -. Sono arrivati da tutto il mondo! La polizia proteggeva l’ingresso. Gli scienziati che mi hanno visitato, hanno sostenuto che mentre facevo lo screening di un uomo, tutti i miei organi si bloccavano e funzionavano solo il cervello e il cuore. A furia di cercare le malattie degli altri, da un giorno all’altro mi sono ammalata anch’io. Un istituto scientifico ha sottolineato che dopo la scansione ai raggi X di una mia paziente, per otto ore avevo tutte le articolazioni abbondantemente irrorate di sangue. Ma noi sappiamo che la maggior parte delle nostre malattie sono causate da disturbi circolatori. Secondo gli scienziati ho radiazioni elettromagnetiche dell’intervallo di un millimetro. Vedo qualcosa che gli ultrasuoni non riescono a mostrare”.
Vorobjova racconta che il primo segnale che le era accaduto qualcosa di strano è arrivato poco dopo il risveglio dal coma: “Accanto a me, nel reparto di traumatologia, c’era un’altra donna. Un giorno sono venuti a visitarla i suoi parenti. Dopo la loro partenza, sono scoppiata a piangere, gridando: ‘Presto ci sarà un funerale’. E non riuscivo a capacitarmi del perché dicessi una frase del genere. Il giorno dopo è morto il padre di questa donna. Appena sono uscita dall’ospedale e mi sono guardata intorno, c’è mancato poco che mi prendesse un colpo: vedevo attraverso i corpi di tutti i passanti”.
Subito la donna ai raggi X è stata sottoposta a una serie di esperimenti scientifici, di cui il primo in Francia, di fronte ai massimi esperti provenienti da diversi Paesi. “Mi mettevano di fronte una serie di immagini, su ciascuna delle quali c’era il volto di un uomo, e io dovevo prevederne il destino- racconta Vorobjova -. Il primo teneva in bocca un sigaro. ‘E’ morto di Aids tre mesi fa’, ho dichiarato. I membri della commissione hanno annuito. La seconda foto era di una ragazza. ‘Disegnerà’, ho subito pensato. Quella ragazza è cresciuta e ora realizza cartoni animati. Nell’immagine successiva c’era una donna in camice bianco. Ho subito capito che la signora non era un medico, ma un’attrice. Nella foto l’ultima compariva il volto sorridente di un bambino di sei o sette anni. ‘Questo bambino è nato con malformazioni congenite agli arti superiori e inferiori – ho rimarcato -. E’ disabile fin dalla prima infanzia ed è nato senza braccia né gambe’”.
In Giappone invece è stata messa di fronte a una dozzina di persone con le stampelle e le è stato chiesto di dire quali avessero un gesso finto. Inoltre, le è stato chiesto di eseguire la “scansione” del contenuto dello stomaco delle persone. Dichiarando non soltanto che cosa avevano mangiato, ma anche di che colore era il cibo e se le bevande erano alcoliche. E la donna ai raggi X non ha sbagliato un colpo.
E aggiunge Vorobjova: “Una volta sono stata visitata da un oculista, che ha esaminato i miei occhi. I suoi strumenti indicavano che ero cieca. O meglio, che da un occhio non ci vedo del tutto, e dall’altro solo per lo 0,003 per cento”.
Tutti ai massimi livelli le persone visitate dalla donna: “Nel 1987 mi è stato chiesto di visitare il figlio di otto mesi di un alto funzionario del Comitato centrale del Pcus della Georgia. Il ragazzo, dopo un incidente stradale, era caduto in coma. Sono arrivata a Tbilisi. Ho visitato il bambino e ho trovato un grumo di sangue che gli impediva di vivere. Ho lavorato pazientemente per 40 minuti. Poco dopo il bambino ha aperto gli occhi pieni di sangue. Ora ha 23 anni, vive in Russia e ha rilasciato diverse interviste per raccontare quanto gli è accaduto. Ma non ci siamo più incontrati. Dopo quell’episodio, la leadership georgiana mi ha offerto di rimanere a Tbilisi, offrendomi un appartamento in zona prestigiosa, in un cottage in riva al mare. Ma ho preferito restare in Ucraina”.
Una costante anche le sue visite agli astronauti: “Il direttore medico della città stellare di Mosca, Sergey Ponomarev, mi ha definito così: ‘Gli ultrasuoni non possono in alcun modo essere confrontati con Vorobjova’. Per tre anni, ho controllato tutti gli astronauti prima del volo. Poi sono stata nominata cittadina onoraria della città stellare”.
La donna ai raggi X vanta anche un arruolamento nel Kgb, ma precisa: “Non sono mai stata iscritta ai servizi segreti, i nostri accordi sono sempre rimasti verbali. E ho mantenuto la promessa. Per 20 anni nessuno ha mai saputo che svolgessi queste attività. Ma ora è passato molto tempo, anche se per ben sette anni ho servito il dipartimento 90 del Kgb”.
Sugli incontri con i vertici dell’Unione sovietica prima e della Federazione russa poi, Vorobjova ricorda: “La durata delle visite spesso non permetteva un rapporto ravvicinato. Di solito duravano solo 10-15 minuti. Solo con Viktor Chernomyrdin (presidente del Consiglio russo tra il 1992 e il 1998), abbiamo avuto una conversazione più lunga. Sono giunta nella sua dacia alle 5 del pomeriggio, e vi sono rimasta fino alle 4 del mattino. E sono molto grata all’ex ministro della Difesa dell’Unione Sovietica, Dmitri Ustinov”. Lo statista aveva gravi problemi ai piedi e al sistema circolatorio. “Lo guardai – rievoca la donna ai raggi X -, le sue mani
stringevano le ginocchia. Mi chiese dei miei figli, un argomento che non potevo sopportare. A quel tempo mio figlio stava svolgendo il servizio militare in Afghanistan, e non sapevo nulla del suo destino. Ustinov si accigliò e disse: ‘Tuo figlio sarà a casa il 16 ottobre’”. E così fu.
Fu l’unica volta che ricevette qualcosa da un politico in cambio delle sue preziose visite. “Ho anche dovuto comprare un biglietto per Mosca a mie spese – ricorda Vorobjova -. E non ho mai chiesto compensi per le visite. Anche quando mi hanno chiesto: ‘Di che cosa hai bisogno?’, ho sempre risposto: ‘Di nulla’. A me basterebbe una casa dove potermi riscaldare. Per la mia invalidità ricevo 210 rubli, pari a 23 dollari. Inoltre percepisco la pensione minima – 630 rubli – quella delle persone che non hanno mai lavorato. E per anni ho visitato. L’anno scorso è venuta a trovarmi l’ex presidente ucraino, Victor Yushchenko. Mi ha promesso di aumentarmi la pensione, ma mi ha ingannato e si è dimenticato di me. Chi mi aiuta sono i miei figli. Non sarei sopravvissuta senza i loro soldi. E mio marito è morto da molto tempo”.
(Pietro Vernizzi)