Un mostro dal pelo bruno, la coda da topo e la faccia umana scoperto dagli indiani sulle rive del Big Trout Lake, in Ontario. Gli aborigeni del Canada, i quali sostengono che la creatura misteriosa si nutre divorando i castori, ne hanno pubblicato le foto sul loro sito Internet, guardando le quali viene da pensare che si tratti di un essere per nulla simile alle specie animali attualmente conosciute dai biologi.



E le immagini hanno fatto presto il giro del web, scatenando un furioso dibattito sulla vera natura della creatura acquatica. Le foto mostrano un bruno animale peloso, con un muso pelato e bianco, e larghi denti ricurvi. Lungo circa 30 centimetri, ha una coda da topo e “un volto quasi umano”. Come rivela il quotidiano canadese “The Globe and Mail”, la sgradevole creatura è stata individuata sulle rive del Big Trout Lake canadese da due infermiere, mentre ai primi di maggio passeggiavano con il loro cane. Le due infermiere, dopo averlo rinvenuto, lo avevano abbandonato sul litorale roccioso.



Siccome nessuna delle due era originaria del luogo, lo avevano preso per un animale comune per la zona e non avevano mostrato a nessuno le foto per alcuni giorni. Non appena le infermiere si sono rese conto di avere scoperto una creatura decisamente anormale, sono ritornate sul posto ma si sono rese conto che era scomparsa. A quel punto hanno provato a parlare con gli indiani, per chiedere se ne sapessero qualcosa, e hanno consegnato loro le foto della creatura misteriosa. E gli aborigeni, o Prima Nazione, come si definiscono con orgoglio gli indiani canadesi, hanno pubblicato le immagini sul loro sito web.



SCIENZE

 

Nella zona del Big Trout Lake vive infatti una comunità di 1.200 aborigeni Oji-Cree, a sud della baia di Hudson, i quali giurano che l’animale è una specie rara nota come omajinaakoos, che tradotto in italiano significa letteralmente “Quello Brutto”. Il consigliere della comunità Oji-Cree, Darryl Sainnawap, 25 anni, afferma che il suo prozio ne aveva incontrato uno circa 50 anni fa.

 

Sainnawap ha dichiarato al Globe and Mail: “Il mio anziano parente racconta che, quando era ancora giovane e si trovava insieme al nonno, vide una creatura identica. Quella è stata l’ultima volta in cui ne ha incontrata una. Suo nonno gli disse che si chiamava omajinaakoos”. Alcuni anziani Oji-Cree, la cui comunità è nota anche come Kitchenuhmaykoosib Inninuwug, ritengono che l’animale sia un presagio di sventura.

 

Il sito della comunità indiana afferma: “Nessuno sa cosa sia, ma i nostri antenati lo chiamavano Quello Brutto. E’ stato avvistato raramente, ma quando appare, è un cattivo segno. Secondo gli insegnamenti dei nostri antenati, presto accadrà qualcosa di infausto”. Sainnawap sostiene che l’animale vive nelle paludi e si nutre di castori. A chi gli chiede come quella piccola creatura possa mangiare dei castori, Sainnawap ha risposto: “E’ una buona domanda. E come fa un ghiottone a cibarsi di un alce?”.

 

 

Da quando le foto sono state pubblicate sul sito della comunità aborigena, si sono diffuse sul web dando il la alle più variegate congetture sulle origini della creatura, spaziando da quelle realistiche a quelle più inverosimili. Alcuni affermano che l’animale, che è ricoperto di una pelliccia bruna ovunque tranne che sul muso e su almeno una zampa, sarebbe un topo muschiato acquatico, una lontra, un opossum, un visone, un castoro o un orsetto lavatore, che avrebbe perso il pelo dal muso mentre il suo corpo andava alla deriva nel lago.

 

Altri commentatori credono invece che si tratti di una specie rara, forse una versione locale del mostro di Montauk, un animale misterioso che si è arenato a Montauk, nello Stato di New York nel 2008. Altri ancora ritengono che si tratti di una variante del Chupacabra, che in spagnolo significa “succhiacapre”, una creatura leggendaria che abiterebbe alcune regioni americane.

 

In ogni caso il segreto del mostro dell’Ontario resta per ora irrisolto, anche perché i suoi stessi resti sono misteriosamente scomparsi. “Non so se sia stato mangiato dai cani, portato via dalle onde del lago o divorato dai gabbiani – ammette Sainnawap -. Tutto ciò che sappiamo è che lì non c’è più e ciò che ci è documentato dalle foto”.

 

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(Pietro Vernizzi)

 

 

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