Trombe d’aria, terremoti, incendi, eruzioni sottomarine, tempeste di fulmini ed eventi climatici catastrofici. Cercando tra i video sui fenomeni naturali più rari e violenti, è possibile trovare delle immagini in grado di fare rabbrividire. Anche perché non sempre l’incolumità di chi gira i filmati è garantita. In un caso addirittura appare un’auto che fugge da un tornado che la insegue a pochi metri, minacciando di spazzarla via.
O in un altro video un fulmine cade proprio a pochi metri dalla telecamera, incenerendo un grosso albero all’istante. Fuoco protagonista anche delle immagini di un ciclone che colpisce la zona dove si era sviluppato un incendio trasformandosi in una tromba d’aria infuocata. Spazio quindi a due eruzioni vulcaniche, la prima con la lava che esplode sotto una calotta ghiacciata e la seconda addirittura fuoriesce dal mare.
Durante il terremoto del Messico, l’onda sismica provoca uno tsunami all’interno di una piscina. Infine le immagini dell’Australia devastata da un clima pazzo, con una tempesta di grandine che nel giro di pochi minuti si trasforma in un’inondazione.
Un’auto fugge inseguita da un tornado distante una quarantina di metri. Ce la farà a evitare di essere sfracellata, o finirà nell’occhio del ciclone? Un documento unico, che permette di vedere la tromba d’aria a distanza ravvicinata come non era mai accaduto prima. Il video è stato girato durante i tornado del maggio 2007, quando si è verificata una serie di trombe d’aria a ripetizione nell’area centrale degli Stati Uniti. E il più distruttivo di questi tornado si è scatenato nel Kansas occidentale proprio il 4 maggio, giorno in cui è stato girato il filmato. Quel giorno circa il 95% della città di Greensburg è stata rasa al suolo dalla tromba d’aria. Mentre il 5 maggio nella stessa area si sono scatenati 84 tornado.
Ancora più spettacolare il video, pubblicato sul sito break.com, in cui il tornado colpisce proprio il luogo in cui si è sviluppato un incendio, facendo danzare vorticosamente le fiamme in uno spaventoso cerchio di fuoco. E’ solo una delle immagini del violento tornado che negli ultimi tre giorni ha colpito l’Ohio, negli Stati Uniti, e la zona di Lemington, in Canada. Creando tra l’altro scompiglio durante la cerimonia per il diploma di alcuni studenti della Lake High School di Perrysburg. Oltre a uccidere sette persone e a causare danni del valore di 100 milioni di dollari.
Nelle immagini girate durante il terremoto del Messico del 4 aprile scorso si vede un vero e proprio tsunami scatenato dal sisma in una piscina. La terra trema vistosamente, la telecamera di servizio inquadra la piscina di un albergo abbandonato frettolosamente dai turisti. La scossa prosegue per la bellezza di 77 secondi, propagandosi in ondate sempre più forti che si scaraventano contro i bordi della piscina, colpendo prima a sinistra e poi a destra. Immagini che mostrano con un’eloquenza senza pari la forza del terremoto che lo scorso aprile si è scatenato nella Baja California, nel Nord-Est del Messico al confine degli Stati Uniti, con una magnitudo 7,2. E’ stata la scossa più forte registrata nella zona dal 1969 a oggi. Due i morti e un centinaio i feriti, con gli effetti che si sono fatti sentire anche in California.
Il mondo ha conosciuto quel vulcano dal nome impronunciabile, Eyjafjallajokull, soprattutto per il caos in cui ha gettato la circolazione aerea di tutto il mondo. Ma le fotografie dell’eruzione, pubblicate dal National Geografic, raccontano tutta un’altra storia. Si vede infatti la lava esplodere sotto una calotta di ghiaccio. Il vulcano islandese, alto 1.666 metri, ha minacciato di sciogliere alcune parti del vicino ghiacciaio Eyjafjallajokull, diffondendo il terrore di improvvise inondazioni nella popolazione che vive dispersa nelle fattorie della vallata. Al punto che, come ha rivelato la Protezione civile locale,è stata necessaria l’evacuazione di 500/600 persone non tanto per paura della lava ma di possibili esondazioni.
L’ERUZIONE SOTTOMARINA – Un’eruzione sottomarina che provoca il sollevamento di vapori, ondate di acqua bollente e cenere. E’ quanto accaduto nel marzo 2009 vicino a Tonga, isola dell’Oceania nel Pacifico meridionale. Colonne alte diverse decine di metri sono state eruttate dalle profondità marine a circa sei miglia dalla costa sud-ovest dell’isola di Tongatapu, un’area dove sono raggruppati 36 vulcani sottomarini. L’eruzione, nelle prime ore del mattino, ha svegliato gli abitanti di Tonga con delle forti scosse telluriche, anche se loro non hanno fatto una piega. «Quanto accaduto non è inusuale per quest’area e ci aspettiamo che questo accada ogni momento», ha spiegato un geologo locale.
Australia devastata dalla grandine, che dopo avere ammaccato diverse città come Melbourne si trasforma in inondazione. E’ quanto si vede nel video e nelle foto scattate a Melbourne il 6 marzo scorso. Chicchi di grandine grandi come palline da golf hanno colpito la città australiana, con un vento della velocità di oltre 100 chilometri l’ora e, poco dopo, 40 millimetri di pioggia al minuto, anche se dal video si vede che in alcuni punti della città si è raggiunto almeno mezzo metro. Le strade di Melbourne sono state letteralmente sommerse, con la polizia costretta ad avvertire le persone a non guidare nelle aree inondate per evitare di restarvi intrappolati con la propria auto. Per non parlare delle montagne di chicchi di ghiaccio ammassate nei parchi, come si vede dalle foto.
Nel primo video un fulmine cade a pochi metri dalla telecamera, incendiando un albero. Nel secondo si vedono diversi fulmini nella downtown di Chicago. Secondo una ricerca di Mary Knapp, climatologa americana, in un anno nel solo Kansas sono morte tra 80 e 100 persone uccise dai fulmini, più di quelle stroncate da qualsiasi altro tipo di evento atmosferico, incluse trombe d’aria e uragani.
Leggi anche: AMBIENTI/ In Val Tartano rinasce un villaggio per custodire la Terra, di D. Benedetti
Leggi anche: AMBIENTE/ Il geofisico: vi spiego perché l’allarme sul clima non è ancora superato
Leggi anche: LEGGENDE METROPOLITANE/ Dieci bufale «immortali» che hanno fanno il giro del mondo
(Pietro Vernizzi)