L’Università di Leeds ha pubblicato gli esiti di uno studio unico nel suo genere: la ricerca ha preso in esame le ballerine di lap dance e le spogliarelliste del Regno Unito. Gli esiti sono interessanti, e possono cambiare il nostro modo di vedere le persone che svolgono queste professioni: una su quattro ha una laurea, e quella di diventare spogliarellista sarebbe una scelta di carriera. La maggioranza delle donne coinvolte in questo tipo di attività, secondo la ricerca, sono state attratte dai soldi dopo aver terminato gli studi e aver conseguito il diploma. Una ballerina inglese guadagna in media 232 sterline a serata (cioè 282 euro) e 48mila sterline l’anno (58.300 euro), una somma al netto delle quote pagate ai club dove si esibiscono.



Una somma più elevata di quella guadagnata nei locali italiani, dove le ballerine di lap dance prendono dai 130 ai 180 euro, se si limitano a danzare. Mentre le spogliarelliste, soprattutto se si rendono disponibili anche con il pubblico, possono arrivare a guadagnare dai 300 ai 500 euro a sera. Molte di loro, secondo la ricerca dell’Università di Leeds, sono aspiranti attrici, modelle e artiste che sperano di utilizzare la lap dance come una lucrosa piattaforma per avere successo nelle attività desiderate. Le laureate in materie artistiche rimaste disoccupate, incapaci di realizzare le loro ambizioni lavorative, sognate dai tempi dell’università, costituiscono una quota considerevole delle ballerine intervistate. La ricerca, realizzata dalle professoresse Teela Sanders e Kate Hardy, ha scoperto che la vasta maggioranza delle ragazze è molto soddisfatta del loro lavoro.



Molte hanno spiegato che il motivo principale per cui sono state attratte dalla lap dance è la flessibilità, che consente di combinare diverse attività professionali e studiare. La ricerca non hanno trovato prove sull’esistenza di alcun racket in questa attività, e hanno concluso che la carriera e le opportunità economiche sono le uniche motivazioni delle ragazze che si esibiscono, escludendo l’uso di droga o la costrizione. Aspiranti attrici, modelle e artiste hanno usato le danze esotiche come una strategia per fare carriera, affiancandola ad altri lavori, stage o studi. Le nuove laureate disoccupate ballano inoltre la lap dance perché non trovano lavori adatti a chi esce dall’università e guadagnano di più danzando che lavorando come commesse nei bar.



Le ricercatrici hanno però scoperto che la sicurezza delle ballerine è spesso trascurata. Chiedendo dunque maggiori regole per migliorare la situazione e proponendo di abolire le cabine private nei club. Le danzatrici sono inoltre esposte a soprusi da parte dei locai, che possono imporre loro sovrattasse o multe contrarie alla legge. Una danzatrice ha dichiarato: «Non c’è abbastanza sicurezza. Sono al corrente di ragazze che sono state abusate o violentate al lavoro. Tu non puoi andare dalla polizia perché sei una spogliarellista, quindi non c’è nessuna legittimazione a sporgere denuncia».

 

L’ESPLOSIONE DELLA LAP DANCE – La ricerca giunge in un momento fondamentale per i club di lap dance in Inghilterra. Dopo un’esplosione di locali nelle strade del centro di molte città, all’inizio di quest’anno la legge è stata cambiata riclassificandoli come luoghi di svago sessuale. Offrendo così alle autorità locali più potere per limitare il numero di club nella loro zona di competenza e prendere in considerazione possibili sanzioni. Il cambiamento nelle leggi sulle licenze per i locali di lap dance sono arrivati dopo una campagna del Fawcett Society and Object, un’organizzazione per i diritti delle donne. La Fawcett Society ha accolto favorevolmente il cambiamento della legge, ma chiesto di andare avanti, osservando: «I club di lap dance sono una forma di sfruttamento sessuale a fini commerciali e promuovono la visione sessista nella quale le donne sono oggetti sessuali».

La professoressa Sanders ha dichiarato di essere rimasta sorpresa dalla «quantità senza fine di donne» che desiderano diventare ballerine di lap dance. E ha aggiunto: «Queste donne sono assolutamente confidenti rispetto al loro corpo. Penso che ci sia qualcosa legato a una differenza culturale generazionale. Queste donne non comprendono di essere sfruttate, per il fatto che loro fanno soldi con un ballo di tre minuti e un po’ di chat. Hanno trovato un modo sicuro di fare denaro e affermano che l’80% del loro lavoro è parlare. Queste donne sono abituate a lavorare duramente per guadagnare, e di solito non basta salire su un palco e dimenarsi un po’. Il problema è quando le donne restano intrappolate nel lavoro per i locali di lap dance a causa del denaro, continuando a svolgerlo più a lungo di quanto non vogliano».

 

 

Emblematico il caso di Amber, che sette anni fa ha rinunciato a una carriera da giornalista finanziaria, e ora guadagna circa 40mila sterline l’anno lavorando come spogliarellista nei pub del quartiere East End a Londra. La 32enne, che si è laureata in giornalismo con il massimo dei voti, ha rivelato: «Sono sempre stata affascinata dall’idea di essere una spogliarellista. Sono rimasta disillusa dal lavoro che stavo facendo. Penso che molte persone che hanno studiato duramente negli anni scolastici e universitari, quando arrivano nel mondo reale scoprono che non è quello che si aspettavano. Un mio conoscente aveva la fidanzata che lavorava come spogliarellista, e così sono andato a vederla mentre si esibiva in un pub di East End». Secondo quanto raccontato dalla spogliarellista al Guardian, «è il sogno di ciascuno quello di mettersi in proprio, non avere un capo e lavorare tanto o poco a piacimento. Nel giornalismo, non importava quante ore di straordinari accumulassi, ero pagata sempre lo stesso. Ora posso lavorare davvero tanto per una settimana e guadagnare delle buone somme di denaro, e la settimana dopo rilassarmi un po’».

«FACCIO TUTTO DA SOLA» – Come sottolinea Amber, «all’inizio alternavo la lap dance con il mio lavoro d’ufficio, ma poi ho pensato che potevo tornare a sedermi dietro a una scrivania quando sarei stata più vecchia. Ora ho iniziato a lasciare da parte i pub a luci rosse, preferendo quelli con spettacoli burlesque o di lap dance». E prosegue la ragazza: «Ho provato a esibirmi nei grandi club, ma non faceva per me. Paradossalmente, non sono abbastanza motivata. Non mi piace adulare l’ego delle persone se penso che siano degli idioti. Mi diverto di più con quello che faccio. Scelgo io la mia musica, i miei vestiti e metto in scena il mio spettacolo. Nei pub, pago in media 15 sterline al locale che mi ospita, quindi inizio a guadagnare raccogliendo una sterlina per ogni persona presente».

(Pietro Vernizzi)