Quante volte ci è stato detto di non sforzare gli occhi leggendo quando c’è poca luce? E chi non si è mai sentito dire che gli opposti di attraggono? In bilico tra saggezza popolare e miti da sfatare, ecco cosa c’è di vero in queste e altre frasi di uso comune.

Anche se ci è stato detto per anni che gli opposti si attraggono, in realtà è vero… esattamente l’opposto. Le persone simili, per frequentazioni e obiettivi da raggiungere, hanno migliori possibilità di attrarsi in modo permanente. Come rivela il sito web listsoplenty.com, gli psicologi ammettono che noi cerchiamo altri che sono come noi, in quanto nei nostri partner preferiamo la somiglianza piuttosto che la differenza.



E se nessuno cerca un compagno o una compagna uguale come un gemello, a nessuno andrebbe bene l’estremo opposto. Gli esseri umani tendono a cercare personalità simili per completare la propria. Uno studio medico ha concluso che «nella società occidentale, gli esseri umani non utilizzano né la regola “gli opposti si attraggono”, né “le potenzialità riproduttive attraggono” nella loro scelta di un partner stabile, ma piuttosto su quella “i simili si attraggono”. Preferendo quindi partner con diverse caratteristiche simili alle loro».



Mentre leggere con poca luce può farti strizzare gli occhi o rendere la lettura più difficoltosa, gli oculisti sottolineano che non c’è nessuna possibile conseguenza sulla vista. Questo mito probabilmente è derivato dai secoli passati, quando esistevano solo le candele per fare luce mentre si leggeva, e il loro livello di luminosità era ovviamente molto basso. E’ possibile quindi vedere e leggere con poca luce, perché il nostro sistema visivo è molto flessibile, anche se ovviamente comporta molta più fatica. La vista però non peggiorerà, più di quanto non faccia normalmente a causa dell’età.
 



Diverso invece il discorso per la tv. Gli occhi dei bambini si rovinano se si siedono troppo vicini alla televisione? Se sono a circa 50 centimetri, molto presto si affaticano la vista e se ci rimangono per lungo tempo, è più probabile che sviluppino la miopia. Per chiunque guarda la tv la distanza ideale è tra 1,5 e 2 metri. Un’altra regola basilare inoltre è quella di essere sicuri di non riferirsi alla tv come all’unica luce presente nella stanza.
 

Questa convinzione popolare è stata smentita quando studi realizzati già a partire dal 1928 hanno confermato che radersi non produce effetti sulla crescita (o ricrescita) dei capelli. I ricercatori del British Medical Journal (Bmj) hanno ipotizzato che quando i capelli rasati ricrescono, sono privi delle punte presenti alle estremità, facendoli sembrare più spessi. E il fatto che non siano stati esposti alla luce può farli sembrare più scuri degli altri capelli.

 

 

Questo mito popolare risale al 1907, ma la paternità non è, come creduto un tempo, di Albert Einstein. Ora che conosciamo molto di più sulle neuroscienze di quanto sapessimo 100 anni fa, si più dire con certezza che noi usiamo molto di più del 10 per cento del nostro cervello. I ricercatori del Bmj hanno dichiarato che studiando il cervello con i metodi ad alta tecnologia non hanno identificato alcuna area inattiva.

Un’opinione prevalente è che gli animali possano svelare alcuni eventi, come i terremoti, non appena accadono, anche se l’epicentro è molto distante. Mentre questa abilità non farebbe una grande differenza per le persone sulla scena del disastro, sarebbe comprensibilmente di aiuto per quelle che si trovano qualche chilometro più in là. Pochi ricercatori credono tuttavia che gli animali siano in grado di avvertire i segni precursori di questi eventi prima che si verifichino.

Prove vere e proprie di questa convinzione sono estremamente limitate; e per la maggior parte sono solo tramandate da aneddoti e racconti. Gli animali possiedono sensi più acuti e sviluppati come l’olfatto, l’udito e la vista, e quindi è possibile che siano in grado di percepire qualcosa meglio degli esseri umani nel momento in cui sta accadendo, ma non possiedono un «sesto senso» che li avverte quando la catastrofe è imminente.

 

 

Secondo gli esperti di antropologia forense, questa idea non è solo una sciocchezza, ma anche una cosa impossibile. La disidratazione di un corpo dopo la morte più fare sì che la pelle si ritiri attorno a capelli e unghie, dando l’impressione che siano cresciute. Ma dal momento che tutti i tessuti richiedono energia per sostenere le loro funzioni, la crescita non è possibile dopo la morte del nostro corpo.

 

Questo mito è così comune che è diventato quasi in cliché nei film. Molti credono infatti che lanciando un centesimo dalla cima di un alto edificio (come l’Empire State Building), la monetina prenderà abbastanza velocità da uccidere una persona sul marciapiede. Ma la verità è che la forma aerodinamica di una moneta non è sufficiente per renderla pericolosa. Ciò che accadrebbe in realtà è che un’eventuale persona colpita sentirebbe una fitta di dolore, ma sopravvivrebbe sicuramente all’impatto.
 

Quando parliamo della pulizia della bocca, ci riferiamo alla quantità e al tipo di batteri che contiene. Il tipo di batteri trovati nella bocca degli uomini e in quella dei cani dipende da quello che si è mangiato di recente. A differenza dei cani, gli uomini di solito non si cibano di carne cruda, spazzatura e piccoli animali. I cani spesso masticano roditori in decomposizione: facile quindi dedurre che la bocca del cane è meno pulita di quella di un uomo.

 

Un’altra leggenda è che i fulmini non colpiscano mai due volte lo stesso punto. In realtà i fulmini tendono a colpire più volte certi punti, soprattutto nei luoghi alti. L’Empire State Building è colpito circa 25 volte l’anno dalle saette. Il primo a comprenderlo è stato lo scienziato e politico Usa Benjamin Franklin, che montò una barra metallica in cima al tetto della sua casa e la collegò al terreno con del fil di ferro, inventando così il parafulmine.

Alcune mamme, per convincere i bambini a coprirsi la testa prima di uscire al freddo, dicono loro: «Perderai tutto il calore del corpo se non indossi un cappello». Ma queste mamme in realtà non sono bene informate. L’idea che dalla testa si perda la maggior parte del calore è un mito popolare. La quantità di calore persa dalla testa cambia infatti a seconda della temperatura esterna. Più è bassa, maggiore è la percentuale di calore perso dalla testa. La perdita di calore che fuoriesce dalla testa è in linea con la temperatura. A zero gradi, circa il 30-35% del calore può essere perso attraverso la testa.
 

(Pietro Vernizzi)