L’ONU si sta preparando ad accogliere gli extraterrestri sul nostro pianeta. Se mai dovessimo entrare in contatto con gli alieni la dottoressa Mazlan Othman sarà la prima a incontrarli: è stata ufficialmente eletta ambasciatrice della Terra. Ma l’astrofisica non è l’unica a lavorare a questo progetto, per il quale esiste un’apposita sezione dell’ONU.



Tra le mille agenzie delle Nazioni Unite ce n’è una, l’Unoosa, che ha tra i suoi compiti quello di tenere i rapporti con eventuali extraterrestri che dovessero bussare alla porta della Terra. Othman, che descriverà il suo lavoro la prossima settimana alla conferenza scientifica della Royal Society Kavli Foundation a Cricheley Hill nel Buckinghamshire, dirà ai delegati che la scoperta di centinaia di pianeti in orbita attorno ad altre stelle ha reso l’esistenza di una vita extraterrestre ben oltre la mera possibilità.



Come anticipato al Sunday Times, questo significa che l’Onu deve essere pronto a coordinare la risposta dell’umanità a un eventuale «primo contatto». «La continua ricerca di comunicazioni extraterrestri ci lascia sperare che un giorno l’umanità riceverà segnali dagli alieni – è convinta la Othman -. Quando succederà dovremo avere in piedi una risposta coordinata che tenga conto della delicatezza del soggetto: l’Onu è una struttura già pronta per mettere in piedi questo meccanismo».

Di recente la Nasa ha annunciato che la sonda Keplero ha scoperto oltre 700 nuovi pianeti tra cui 140 simili per dimensioni alla Terra. «La Othman è la persona più adatta se un alieno dovesse chiedere di portarlo dal nostro leader», ha detto al Times Richard Crowther, esperto britannico di diritto spaziale, che peraltro è convinto che il primo contatto con la vita extraterrestre avverrà non di persona ma attraverso comunicazioni radio: e se anche un alieno sbarcherà sulla superficie del Pianeta, si tratterà presumibilmente di microbi e non di forme di vita intelligenti.



Prima di approdare all’Onu, la Othman è stata a capo dell’agenzia spaziale malesiana, e in questo ruolo ha organizzato la preparazione al lancio del primo astronauta del suo Paese. L’Unoosa ha sedi a Vienna, Bonn e Pechino e uno staff multinazionale che mantiene il registro degli oggetti lanciati nello spazio, tiene d’occhio gli asteroidi che si avvicinano pericolosamente alla terra e più in generale promuove la cooperazione internazionale per l’uso pacifico dello spazio.

 

Ma tra le sue competenze, secondo il domenicale britannico, ci sono anche mansioni singolarmente simili a quelle della MiB, l’agenzia ritratta nel film «Men in Black» con Will Smith e Tommy Lee Jones in cui un’entità top secret negozia con gli alieni e consente loro, in alcuni casi, di rifugiarsi sulla Terra. Le Nazioni Unite hanno già tentato in passato di mettersi in contatto con la vita oltre la Terra: le due sonde Voyager lanciate nel 1977 portavano un messaggio dell’allora segretario generale Kurt Waldheim: «Usciamo dal sistema solare nell’universo cercando pace e amicizia».

E se non si conosce l’entità dei finanziamenti per le attività dell’ambasciatrice Onu per gli alieni, di sicuro non si tratta di spiccioli. A fornire la somma necessaria per il funzionamento dell’Unoosa sono gli Stati membri dell’Onu su base volontaria. E il 5,079% delle donazioni totali alle Nazioni Unite provengono dall’Italia, al sesto posto tra i Paesi più generosi dopo Stati Uniti, Giappone, Germania, Regno Unito e Francia. E che si tratti di somme enormi lo dimostra il fatto che nel biennio 2008-2009 il budget operativo dell’Onu è stato pari a 4.190 miliardi di dollari.
 

(Pietro Vernizzi)