Il Crazy Horse Memorial è una statua delle dimensioni di una montagna, scavata nelle Black Hills del South Dakota. Il monumento ritrae il volto di Cavallo Pazzo, un guerriero della tribù Oglala Lakota, mentre cavalca e punta il dito all’orizzonte.
DIMENSIONI RECORD – Il memoriale è stato commissionato dal capotribù dei Lakota, Henry Orso in Piedi, allo scultore americano di origini polacche, Korczak Ziolkowski. Fanno parte della struttura scavata nella montagna anche l’Indian Museum of North America e il Native American Cultural Center. La statua, ancora in costruzione, sorge sulle Thunderhead Mountain, in terreni considerati sacri da alcuni Indiani d’America, tra le città di Custer e di Hill, a circa 17 miglia dal monte Rushmore, sul quale sono stati scolpiti i volti di quattro famosi presidenti Usa. Una volta che la scultura di Cavallo Pazzo sarà terminata, le sue dimensioni saranno di 195 metri di larghezza e 172 di altezza.
TEMPI DILATATI – La testa da sola sarà alta 27 metri. Più quindi delle teste dei quattro presidenti Usa sul monte Rushmore, alte 18 metri ciascuna. Il monumento è in costruzione dal 1948 ed è ancora lontano dall’essere completato. Una volta ultimato, potrebbe diventare la scultura più grande del mondo, così come la prima statua non religiosa al mondo a detenere questo primato dal 1967 (l’ultima era il monumento a Mamayev in Russia). Ziolkowski aveva già lavorato alla realizzazione delle statue del monte Rushmore sotto Guzton Borglum nel 1924.
EROE INDIANO – Nel 1939 lo scultore aveva ricevuto una lettera da Henry Orso in Piedi, che dichiarava: «Gradiremmo che l’uomo bianco sapesse che anche il pellerossa ha dei grandi eroi». Orso in Piedi e Ziolkowski hanno esplorato insieme i potenziali luoghi per il monumento. L’artista voleva scavare il memoriale nelle Wyoming Tetons, le cui rocce sono più adatte per essere scolpite, ma i leader Sioux hanno insistito sul fatto che fossero scavate nelle sacre Black Hills del South Dakota. Il memoriale è un’impresa non profit, e non riceve né fondi federali né statali. A Ziolkowski in due occasioni sono stati offerti 10 milioni di dollari dal governo Usa, ma lo scultore non ha voluto accettarli.
UNIVERSITA’ SOTTO LA MONTAGNA – Sentiva infatti che il suo progetto era molto di più di uno scavare la montagna, e temeva che le sue finalità educative e culturali per il memoriale sarebbero state trascurate con il coinvolgimento del governo federale. Ziolkowski è morto nel 1982. L’intero complesso è di proprietà della Crazy Horse Memorial Foundation. E la moglie dello scultore, Ruth, insieme ai suoi dieci figli, continua a essere strettamente coinvolta nella realizzazione dell’opera d’arte, che non ha ancora una data entro cui si prevede che sia terminata. Il volto di Cavallo Pazzo invece è stato completato e dedicato nel 1998. La statua gigantesca intende essere l’icona di un enorme centro culturale ed educativo, che includerà l’Università e il Centro di formazione medico per gli Indiani del Nord America e il Museo indiano del Nord America.
PERSONAGGIO MISTERIOSO – Nel 2007 la fondazione aveva ricevuto una donazione da 2,5 milioni di dollari, con la condizione che fosse destinata alla realizzazione dell’università. La posa della prima pietra dell’ala residenziale e delle aule universitarie è avvenuta nel 2009, l’università è stata aperta nel 2010 con i primi dieci studenti, ed è pensata come una sede decentrata dell’University of South Dakota, con corsi di matematica, inglese e del linguaggio degli Indiani d’America. Cavallo Pazzo non ha mai voluto essere fotografato in tutta la sua vita, ed è stato seppellito secondo le sue volontà in un luogo dove la sua tomba non sarebbe mai stata ritrovata. Ziolkowski tuttavia ha immaginato il monumento come un tributo metaforico allo spirito di Cavallo Pazzo e degli Indiani d’America.
POLEMICHE CONTRO LA SCULTURA – «La mia terra è là dove i miei antenati sono sepolti», avrebbe detto Cavallo Pazzo. Alcuni Lakota e altri Indiani d’America tradizionalisti si sono opposti però alla costruzione del memoriale. In un’intervista del 2001, Russel Means, attore e attivista indiano ha dichiarato: «Immagina di recarti nella Terra Santa in Israele, sia che tu sia un cristiano, un ebreo o un musulmano, e di iniziare a scavare i monti di Sion. E’ un insulto a tutto il nostro essere». In un’autobiografia del 1972, Lame Deer, medico dei Lakota, ha spiegato che «la stessa idea di trasformare una bella montagna selvaggia in una statua è uno scempio del paesaggio. E’ contro lo spirito di Cavallo Pazzo».
(Pietro Vernizzi)
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