Allarme ghiacci. Ua missione area scientifica ha scoperto una crepa enorme al Polo Sud: si teme possa staccarsi un iceberg di proporzioni enormi

Una missione scientifica della durata di sei anni. Ecco cosa è Operation Ice Bridge. Lanciata dalla Nasa, ha lo scopo di studiare per mezzo di voli aerei appositi lo stato dei due poli, il nord e il sud, Artide e Antartide. Alla luce dei continui allarmi relativi al global warming, il surriscaldamento del pianeta Terra, una missione dai risvolti estremamente importanti. Per la prima volta infatti si stanno osservano regioni dei due poli che non era mai stato possibile raggiungere passando dai ghiacci. In particolare, le scoperte più interessanti si stanno osservando negli immensi spazi del polo sud. E’ la zona compresa a sud di Punta Arenas, nel Cile e che arriva a Greendland nell’Antartico infatti quella che più comunemente dà vita agli iceberg, le montagne di ghiaccio galleggianti che si staccano dal polo per navigare, spesso mettendo a rischio le rotte delle navi, nel mare. Ed è proprio qui che i voli di Operation Ice Bridge hanno fatto una scoperta paurosa.



Una foto scattata da uno dei voli, lo scorso 14 ottobre, ha mostrato uno scenario inquietante. La zona è quella del ghiacciaio Pine Island Ice Shelf dove dieci anni fa si staccò un grande iceberg. E’ una zona di particolare interesse, questa, per gli studiosi, perché molto grande e allo stesso tempo instabile ed è quindi fonte naturale di molti degli iceberg che si staccano dai ghiacciai del polo sud.  Dalla foto in questione si vede in modo distinto una fenditura, uno squarcio, un crack, detto all’inglese. Questa fenditura scorre per molti chilometri e sta ovviamente preoccupando gli studiosi. La zona in particolare si addentra nel Mare di Amundsen, una parte dell’oceano antartico difficilmente raggiungibile, una parte dell’Antartide lunga settanta chilometri e larga circa trentacinque. Gli scienziati per le dimensioni la chiamano “Pig”, il maiale. Zona da sempre da cui si staccano grandi iceberg, con il livello raggiunto negli ultimi tempi del riscaldamento globale, minaccia con il possibile scioglimento dei suoi ghiacciai di invadere le coste della parte sud della superficie terrestre: i livelli delle acque marine infatti crescono ormai di tre millimetri all’anno. Secondo studi scientifici, lo scioglimento del Pine Island Glacier potrebbe far salire il livello dei mari di ben ventiquattro centimetri, un livello disastroso.



Ma intanto c’è un altro problema che preoccupa gli scienziati ed è quello relativo alla grande fenditura scoperta nel ghiacciaio stesso. Se questa fenditura, come si teme, dovesse procedere e arrivare a spaccare in due il ghiaccio, ne potrebbe emergere un iceberg di dimensioni gigantesche. L’icebrg, è stato calcolato, potrebbe avere le dimensioni dell’intera città di New York. Un tale colosso a spasso per i mari ovviamente creerebbe enormi problemi. Non solo alle rotte della navi che passano in quella zona dell’emisfero sud della Terra, ma anche per il susseguente discioglimento una volta che, come succede spesso, l’iceberg dovesse arrivare a navigare a nord del suo punto di partenza. Spesso infatti sono stati avvistati iceberg che erano arrivati fino alle coste del Brasile. Se questo gigantesco iceberg dovesse arrivare così a nord, oltre a mettere in pericolo le rotte, provocherebbe innalzamenti delle maree che provocherebbero pericolo e danni per le coste dei Paesi interessati. Preoccupati? Be’ non dovremmo esserlo in realtà. Nel 1956 infatti fu osservato un iceberg circa diecimila volte di più dell’iceberg in questione diverse volte nel passato ne sono stati avvistati alcuni di molte migliaia di chilometri di grandezza.