Un medico americano ha messo in guardia dall’utilizzo delle bottiglie di plastica dell’acqua minerale: alcune contengono il Bisfenolo A, una sostanza che può compromettere l’equilibrio ormonale con effetti sulla fertilità. Ma anche i consumatori italiani sono esposti allo stesso rischio?

SCHWARCZ PREOCCUPATO – Le informazioni che circolano sui pericoli legati ai contenitori di plastica hanno creato paura e confusione. Di recente, come scrive l’Huffington Post, Joe Schwarcz della McGill University è intervenuto in diretta nella chat sulla salute MedHelp parlando del tema «La verità sulla plastica: di che cosa dovreste preoccuparvi e di che cosa non dovreste». Il dottor Schwarcz è autore di molti libri tradotti in italiano da Longanesi, tra cui «Il genio della bottiglia. La chimica del quotidiano e i suoi segreti». Durante la chat in diretta ha dichiarato che alcune plastiche, tra cui quelle prodotte negli Usa da Tupperware e Rubbermaid sono sicure per chi le utilizza. Mentre altre al contrario sono realizzate a base di Bisfenolo A (Bpa), che può causare alcune preoccupazioni. Anche se Schwarcz ha detto di non essere allarmato. Il Bisfenolo A è utilizzato per produrre plastiche in policarbonato. Questo tipo di plastica è utilizzato per produrre alcuni contenitori per bevande, compact disk, articoli da tavola, equipaggiamenti per la sicurezza resistenti all’impatto, parti di automobili e giocattoli. Le resine epossidiche al Bpa sono utilizzate nelle fodere protettive degli alimenti in scatola, nelle otturazioni dentali e in altri prodotti.
 



RISCHI PER I BAMBINI – Generalmente, l’esposizione al Bpa a bassi livelli proviene dal mangiare cibo o bere acqua immagazzinata in contenitori che presentano parti a base di Bpa. I bambini piccoli potrebbero essere esposti a contatti con materiali che contengono Bpa dalle mani alla bocca e direttamente in bocca. Le cure dentali con otturazioni contenenti Bpa possono provocare a loro volta esposizioni a breve termine. In aggiunta, anche i lavoratori che realizzano prodotti che contengono Bpa possono essere esposti. Il Bpa può diffondersi nei cibi dai rivestimenti in resine epossidiche delle lattine e dai prodotti di consumo come gli articoli da tavola in policarbonato, i contenitori per immagazzinare il cibo, le bottiglie d’acqua e i biberon. Tracce addizionali di Bpa possono fuoriuscire da questi prodotti quando sono surriscaldati a temperature elevate.



IL PARERE DELL’ESPERTO ITALIANO – Ma queste sostanze si trovano anche nei prodotti in vendita nei supermercati italiani? Ilsussidiario.net lo ha chiesto a Gianni Fochi, professore di Chimica alla Scuola Normale di Pisa. Per l’esperto, «le bottiglie con il marchio Pet (polietilentereftalato), che in Italia sono la stragrande maggioranza, non presentano rischi per la salute. Ovviamente, un altro discorso è se a produrre il prodotto con la sigla Pet non è un’azienda italiana ma di un Paese asiatico o in via di sviluppo. Inoltre, fino a qualche anno fa alcune marche italiane di acqua minerale, tra cui una molto famosa, utilizzavano bottiglie di Pvc (polivinilcloruro)». E aggiunge il professor Fochi: «Il Pvc è un materiale usatissimo, sia per gli oggetti di uso comune sia per l’edilizia, ed è un polimero del cloruro di vinile.
 



MONOMERI CANCEROGENI – Il cloruro di vinile monomero, cioè la sostanza a molecole di dimensioni più piccole, che concatenate l’una all’altra danno poi il polimero, è una sostanza veramente pericolosa. Quella forma strana e tremenda di cancro che si diffuse tra gli operai di Porto Marghera qualche decennio fa era dovuto proprio all’esposizione al cloruro di vinile monomero». Per il professore di Chimica quindi, «se nel polimero resta una certa quantità di monomero può venire rilasciato. Ovviamente a provocare l’intossicazione non è una singola bottiglia di acqua minerale, ma un’esposizione per una decina di anni che provoca una forma di accumulo. Un altro rischio è quello legato ai cosiddetti plastificanti: per rendere il Pvc morbido, con una consistenza un po’ simile alla gomma e lucido, possono essere aggiunti degli additivi essere addizionato di plastificanti che sono stati prima messi sotto osservazione. In Italia il loro utilizzo è stato però proibito».

BANDITO DALL’UE – E aggiunge Fochi: «Il Bisfenolo A non è presente nelle bottiglie in Pet, né negli altri oggetti in polietilene (Pe) o in polietilene ad alta densità (Hdpe, in inglese High density polyethylene). Inoltre, il Bisfenolo A è stato bandito dalle norme dell’Unione europea, recepite dall’Italia, relative ai prodotti per l’infanzia. Mentre al contrario ne è consentito l’utilizzo dalle leggi di Svizzera e Stati Uniti». E come conferma Fochi, il Bisfenolo A comporta dei rischi per lo sviluppo con possibili conseguenze ormonali, che possono compromettere la crescita di bambini e adolescenti che sono esposti per lunghi periodi a queste sostanze».
 

(Pietro Vernizzi)