Quando avete a che fare con persone di cui non conoscete la lingua, ogni piccolo gesto simpatico o gentile può favorire la comunicazione. La situazione più semplice è quella di un brindisi a tavola. Siete alle Hawaii, in Nuova Zelanda o in Russia: come dite «salute»?
Sapere la parola giusta può esservi molto di aiuto, e ovviamente se provate a inserire «salute» nei traduttori automatici su internet vi verrà fuori un po’ di tutto, tranne quello che cercate. Solo per l’inglese esce infatti «health» (salute fisica), «hail» (un’espressione solenne di saluto) e «God bless you» (Dio ti benedica). Nessuna di queste va bene per un brindisi, l’unica appropriata è «cheers». Ma attenzione, se invece che a Londra vi trovate nel Galles, dovrete dire Iechyd da. E se è difficile per l’inglese, figuriamoci con le altre lingue.
Ecco quindi una traduzione della parola «salute» in una quarantina di lingue. Sicuramente è una parola ideale per rompere il ghiaccio con gli estranei. Dopo «ciao» e «grazie» deve essere l’espressione più universale del dizionario, soprattutto per i frequentatori di party. Ed è indispensabile per chi vince la borsa di studio Erasmus. Per un brindisi quindi di fronte alla porta di Brandeburgo in Germania, la parola da usare è Prosit (pronuncia pro-zit) o prost. In albanese si dice Gesuaz, in armeno Genatz e in azerbaigiano Nus olsun (pron. Nush ohlsun).
– Durante un aperitivo dopo un pomeriggio trascorso al Museo Nacional del Prado di Madrid, diremo invece semplicemente «salud», o in modo più colorito «Arriba! Abajo! Al centro! Pa dentro!». Mentre per chi si trova in Catalogna si dice Salut! e nei Paesi baschi Osasuna. Attenti a non fare il brindisi spagnolo nei Paesi baschi o viceversa, perché vi potrebbero sparare. In Belgio invece, ammesso che ci riusciate, bisognerebbe scandire «Op uw gezonheid», in Birmania Aung myin, in Bosnia Zivjeli (Zhee-vi-lee), in Brasile Saude o Viva. Di fronte al Castello di Praga brinderemo invece con la parola Pripitek, in Cina con Ganbei, in Corea invece è semplicissimo (per modo di dire), basta scandire: Kong gang ul wi ha yo.
– In Croazia invece si dice Nazdravlje Zhee-ve-lee (Naz-dra-vlee). In Danimarca si brinda con la parola Skall!!, e durante un’escursione alle Piramidi, il brindisi è invece Fee sihetak. In Slovacchia si dice Na zdravie (Naz-drah-vee-ay) e in Estonia Tervist. Ai piedi della torre Eiffel, prima di sorseggiare il migliore champagne, è d’obbligo esclamare Santé!, nelle Filippine si dirà invece Mabuhay e in Finlandia Kippis. Alle Hawaii, dopo un’immersione tra i coralli, ci si rinfrancherà con un aperitivo e con la formula Okole malune, a Gerusalemme diremo invece L’Chaim, in Ungheria Kedves egeszsegere e in Olanda Proost o Geluch.
– A Nuova Delhi, in India, dopo avere fatto molta attenzione a quello che stiamo bevendo (se ci teniamo alla salute), diremo invece A la sature, in Giappone Kampai. Se per caso dovessimo brindare con un cardinale, o addirittura con il Papa, all’ombra di San Pietro, faremo un figurone se scandiremo in latino: Salutem, che poi non è molto diverso dall’italiano ma fa molto effetto. In Lituania si dice invece I sveikas, in Macedonia Na zdravye, in Mongolia Eruhi mehdiin toloo. Tra i fiordi norvegesi si dice invece Skal, e in Nuova Zelanda Kia ora. Nel centro di Lisbona si brinda con lo schietto A vossa!, in esperanto si dice Je vie sano, in Islanda Skàll!! e in Polonia Na zdrowie.
– Molto simile la formula per un brindisi solenne nella Piazza Rossa di Mosca, dove si dice (come in tutta la Russia) Na zdorovje, con l’accortezza di scagliare il bicchiere contro il muro dopo avere bevuto (non farlo è un segno di maleducazione). In Romania si dice invece Noroc e in Svezia Skal. Di fronte alla Moschea blu di Istanbul si dirà (ma è meglio farlo sottovoce per non essere arrestati) Serefe Sher-i-feh, in Thailandia invece Chok dee. In Ucraina si brinda con Boodmo, in Vietnam con Do (pronuncia Jou). Infine per chi parla in Yiddish con gli ebrei di origine germanica, il brindisi è Sei gesund, pronunciato Say geh-sund.
(Pietro Vernizzi)