Un borgo medioevale in provincia di Teramo è stato messo in vendita al costo di un appartamento. Si tratta di Valle Piola, nel Comune di Torricella, dove un gruppo di 11 case ormai in cattivo stato, ma dal valore storico molto elevato, possono essere comperate al prezzo di 550mila euro, pari cioè a 144 euro al metro quadrato.



GIOIELLINO IN SVENDITA – Una cifra irrisoria, se si pensa che a Milano per un edificio usato non eccessivamente lussuoso si va dai 9mila euro al metro quadro nel quadrilatero della moda, ai 1.900 euro al metro quadro di Quarto Oggiaro. A pubblicare la notizia è stato il Corriere della Sera, che ha dedicato alla vicenda un articolo di Nicola Catenaro. Il paesino disabitato ci trova a circa mille metri sul livello del mare e a pochi chilometri dal confine con Ascoli Piceno. Un annuncio immobiliare ha messo in vendita «undici edifici in muratura di pietra locale a vista da restaurare per una superficie calpestabile totale di 3.800 metri quadrati e da terreni circostanti di 60.000 metri quadrati».



PROGETTO DI RISTRUTTURAZIONE – A rivelarlo sono stati pochi giorni fa alcuni dei principali siti di compravendita immobiliare, dove è comparsa l’inserzione a pagamento del geometra Giacomo Ciapanna, che intende ispirarsi all’intervento dell’immobiliarista italo-svedese Daniele Kihlgren a Santo Stefano di Sessanio. Come sottolinea il geometra, «il progetto è nella fase iniziale. Il nostro vero obiettivo è quello di ridare vita a Valle Piola. Il prezzo non è elevato perché, altrimenti, nessuno lo acquisterebbe».

STORIA MILLENARIA – Il borgo però ha un’importanza storica senza pari, se si considera che la prima testimonianza scritta sulla frazione risale al 1059 e che nelle case sono presenti reperti archeologici senza pari. Come i “gafii”, balconi tipici dell’arte longobarda. E come aggiunge il quotidiano Il Centro, il maestro e giornalista Fernando Aurini, che ha visitato Valle Piola alla fine degli anni ‘40, ha raccontato in alcuni suoi articoli di esservi venuto in contatto con una vita arcaica: ci si cibava con il farro e i bambini si divertivano con il gioco degli aliossi, una sorta di dadi rudimentali. Per secoli la zona è stata infestata dai briganti.



MANCANO I FONDI – Daniele Palumbi, primo cittadino di Torricella Sicura, osserva: «Abbiamo fatto di tutto per attirare finanziatori, anche attraverso un bando per la locazione di una struttura ricettiva. E’ un edificio di cui siamo proprietari insieme ad altri due ruderi. Ha risposto una sola persona, che poi ha rinunciato. La struttura, tra l’altro, è stata oggetto di atti di vandalismo». Al borgo si arriva percorrendo una strada sassosa che poi diventa selciata tra le case e i ruderi, all’altezza di via della Fauna, e prosegue come mulattiera. La strada è uno dei problemi di Valle Piola. Palumbi ha chiesto all’Ente Parco Nazionale del Gran Sasso di fornire una parte dei 500mila euro necessari, ma la risposta negativa in quanto i fondi non sono disponibili. Come scrive infatti il Corriere della Sera, l’Ente Parco non ha in progetto alcun intervento di recupero del borgo disabitato dal 1977.

PAESAGGIO SPETTACOLARE – Anche le casse municipali di Torricella Sicura sono al lumicino. Eppure, il paesaggio che si può contemplare dalla frazione disabitata è spettacolare. Valle Piola sorge infatti sul versante nord-est del Monte Farina, in un anfiteatro naturale da cui nasce il Rio Valle, affluente del fiume Vezzola. E come osserva sempre il sindaco Palumbi, «il borgo è davvero un gioiello, dal punto di vista paesaggistico e storico». La parte più antica della frazione ha una forma di U. Altre case si sono poi aggiunte negli anni successivi alla fondazione. E nel mezzo della U c’è un pozzo, sotto il quale in epoca antica era scavato un passaggio sotterraneo poi franato durante una terribile tempesta, rimanendo bloccato dal terriccio.

ANTICHI PORTICATI – Nel borgo sono costruiti due porticati sotto i quali passava la strada. Su una chiave di volta del portico c’era in origine una pietra scolpita con un volto, che è stato poi rubato. Tra i due portici si trova un ampio piazzale. Nei dintorni di Valle Piola, vicino al ponte di via della Fauna, si ergeva un antico mulino e nella zona si produceva anche carbone da vendere ai valligiani. Esisteva inoltre un forno per cuocere la pietra calcarea, grazie a cui si ricavava la calce per la costruzione degli edifici.

 

(Pietro Vernizzi)